mercoledì 7 marzo 2007

"Io uccido"

Finalmente ho avuto modo di leggere "Io uccido" di Faletti. Non mi è piaciuto. Sarà che me ne hanno parlato bene in molti e magari mi ero fatto dei preconcetti, ma non mi ha convinto. Intendiamoci è scritto bene, la trama è ricca di colpi di scena, ma non mi ha appassionato ne invogliato ad una seconda lettura. A mio parere soffre di quel particolare problema tipico di molti thriller: il tono. Non riesco a spiegarlo bene, ma ci proverò: ricordate il film "Alibi seducente" ("Her Alibi")? E' un vecchio film con Tom Selleck e Paulina Porizkova; l'attore di Magnum P.I. interpretava la parte di uno scrittore di thriller che a corto di idee si ritrova a vivere con una bellissima ragazza sospettata di omicidio e pensa di utilizzare ciò che gli accade come trama del suo nuovo romanzo. Indimenticabili le gag dove ad una voce fuori campo che narrava gli eventi come sarebbero stati poi descritti nel romanzo (e che vedevano l'eroe/protagonista primeggiare) si associavano immagini in cui il terrorizzato scrittore finiva immancabilmente nei guai! Ecco il tono di molti thriller recenti (Angeli e demoni e Il codice da vinci compresi) è proprio quello della voce narrante del film: finto e troppo enfatico! Ad ogni modo essendo un lettore vorace sospendo il mio giudizio complessivo fino alla lettura degli altri due. Se vi chiedeste quale thriller non ha questo tono leggete il primo libro (il secondo "Perduta" è un gradino sotto) di Michael Robotham "L'indiziato": bella trama, finale non scontato, ritmo incalzante quasi cinematografico.

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