Ricordi
Come si racconta un vita? Si può fare parlando di ciò che ognuno ha fatto, ma siamo miliardi su questo mondo e veramente pochi di noi lasciano il segno; in senso meno lato possiamo considerare un "atto" la famiglia che abbiamo deciso di creare con la propria compagna o compagno e i figli che praticamente sono l’unico segno tangibile del nostro passaggio su questa terra. Questo sa però di bilancio, ma se vogliamo raccontare o ricordare il proprio quotidiano? Ci sono i ricordi: memorie, foto, oggetti. E’ incredibile pensare come una cartolina possa far tornare alla mente un viaggio in treno di anni prima o come una canzone possa rievocare l’amore di un’estate. Avete mai sfogliato i vecchi album di foto, non quelli della nonna: i vostri? O avete mai ritrovato casualmente un vecchio diario o i vostri vecchi giocattoli? Pensateci anche il loro odore è evocativo. Certo ci sono tanti tipi di ricordi, ci sono quelli allegri, quelli tristi, quelli divertenti, quelli amari, quelli imbarazzanti. Ci sono quelli dolorosi. Non ricordo con chi, ma qualche giorno fa parlavo con qualcuno a proposito di capitoli della propria vita su cui è doloroso ritornare: li ho anche io; personalmente ho sempre pensato che se nel passato ho fatto delle scelte le ho fatte perché ero convinto che fossero giuste. Inevitabilmente, però, si può ferire qualcuno o restare feriti: è questo che rende per me un ricordo doloroso; non vanno certo dimenticati, servono da monito, servono a crescere.
In seguito allo sfratto, i nuovi proprietari sono stati molto concilianti e ci hanno permesso di rimanere fino a fine mese e oltre, per permetterci di cercare con comodità una nuova sistemazione; non nello stesso appartamento però, in uno vicino. In questi giorni ho quindi effettuato il trasloco smontando la stanza dove ho abitato per più di dieci anni. Prima di portare inutilità nell’altra casa (e in previsione di un successivo trasloco) ho vagliato ogni singolo pezzo di carta: ho fatto un viaggio di dieci anni. La mappa del primo giorno di Università, ricordo quanto fu complicato trovare la prima volta l’aula; il biglietto di viaggio per Pisa quando partecipai al CIPS (Campionato Italiano Programmi Scacchistici), ricordo che ci chiudemmo nello scomparto con le cinture per paura dei ladri; le cartoline di una mostra di fumetti di un caro amico e coinquilino, ricordo le nottate passate ad aiutarlo o a ridere e parlare; le foto delle ragazze che ho amato e da cui sono stato ricambiato (almeno per un po’ di tempo! ;)); un topolino di peluche ricordo di un mesiversario; i biglietti dei concerti visti, ricordo le scarpinate per ritornare in centro; insomma 10 anni di vita, episodi che avevo dimenticato, facce o persone che non ricordavo nemmeno di avere frequentato. C’erano anche i ricordi meno belli, è stato doloroso, ma è stato bello ricordare. Mi sono ripromesso di fare più foto d’ora in poi.
frequentare dei flickeriani non ti era bastato per farti venir voglia di fare più foto??
RispondiEliminami manchi Nico, mi mancano le risate a crepapelle che ci facciamo davanti una birra (chimay blu, vero??)....non far venire nostalgia anche a me, TE PREGO!
baciottoli ;P
V1v1
un topolino di peluche? un diddl vorrai dire...precisiamo;-) vedi il potere dei pensieri più buffi riescono a farsi ricordare dopo tanti anni e addirittura nello stesso giorno in cui sono stati donati...Chiara
RispondiEliminaPS. i ricordi sono uno dei doni più belli che la vita può darci
Viviana: no anzi, mi aveva fatto venire voglia di vendere la macchina fotografia! ;) Scherzo ovviamente: anche tu manchi a tutti noi e... ai vari baristi della città!
RispondiEliminaChiara: e diddl sia! :) quanto alla data era una casualità a cui non avevo pensato... pensa te che caso!