martedì 29 gennaio 2008

OK al tre scatto... tre!



Da diversi mesi a questa parte alcune mie amiche, possedute dallo spirito di Henri Cartier-Bresson, hanno deciso di entrare nel mondo di Flickr. Per quei tre che non lo sapessero Flickr è una comunità online di dimensione mondiale dove si possono pubblicare le proprie foto, condividerle con gli altri utenti che possono commentarle, metterle in mostra in gruppi tematici e approfondire discussioni tecniche e non in appositi forum. Flickr al suo interno, mette a disposizione un meccanismo automatizzato di riconoscimento del valore della foto, un premio: ogni giorno, tra le centinaia di migliaia di foto caricate nel sistema, vengono scelte automaticamente, tramite un segretissimo e controverso algoritmo, le 500 foto più interessanti. Questo meccanismo favorisce da un lato l'aumento della qualità delle foto (ogni autore cerca avere una sua foto tra le selezionate), dall'altro essendo l'algoritmo basato anche sul numero di commenti ricevuti o sul numero di persone che hanno scelto la foto come preferita, favorisce la comunicazione tra gli stessi utenti. Il problema, se di problema si tratta, è che per le suddette amiche l'esperienza di Flickr sta diventando totalizzante: ci si siede in un locale? Ecco tirare fuori le compatte pronti a fotografare il fotografabile. Nulla di male, ma al cinquantesimo flash sparato dritto nell'occhio si cominciano ad avere strane reazioni al limite dell'epilessia! Mangi un piatto particolarmente ben presentato? Non lo si può addentare prima della decina di foto di rito! Tentano di farti una foto al buio senza flash e vieni mosso: arriva il cazziatone per non avere la faccia giusta! Di quella volta in cui mi urlarono in pubblico, "fammi la faccia arrapata!" ho già raccontato. E quando ormai la tua rètina è irrimedibilmente compromessa e Toshiro Canon ti è apparso in sogno da sveglio, arriva il momento delle macro (= foto di oggetti effettuate da molto vicino): e lì tu sei l'amico insostituibile che regge lo sfondo, sposta la luce, fa ombra, sposta l'ombra, avvicina la candela, illumina dal basso... Sono sfiancato, ma per la verità mi diverto anche io: il problema è che le mie amiche stanno peggiorando. Se mi guardano e mi vedono con lo sguardo stanco per loro sono "da mettere a fuoco con una maschera di contrasto". Un Flickeriano non ti chiede come stai, ma "che Iso hai oggi?". Se sei un po' pallido dovresti "aumentare la tua saturazione". Non vanno in bagno, "postproducono"! Poi arriva l'inevitabile domanda:"ma perchè non entri anche tu in Flickr?". Personalmente non sono un patito, ho la mia digitale, possiedo anche una bella reflex semiautomatica Canon di mio padre a cui invece piace molto fare foto. Stare lì molto tempo a fare foto, mi annoia. Amo invece quella che viene definita "street photography", cioè le foto istantanee fatte per strada e che tentano di catturare qualcosa di curioso, buffo, straordinario, quello che il Cartier-Bresson di cui sopra chiamava "il momento decisivo". Il punto è che farlo a Palermo è pericoloso ed esperienze vissute mi hanno leggermente inibito. Una volta con dei colleghi eravamo in un mercato storico a scattare delle foto per un rilievo, non ci crederete, ma un macellaio è uscito fuori con il teleobiettivo per fotografare noi!! A parte che quando sei in centro storico a fare foto, la gente ti chiede nell'ordine: se sei della polizia, se sei del comune, se sei dell'ufficio case popolari, è "divertente" vedere le loro reazioni che vanno dal "guai a te se fai vedere quella finestra" al "un t'azzardari" (trad. non ti azzardare). Una volta vicino all'albergheria ci arrivò diritto dal terzo piano un sacchetto di spazzatura che se ci avesse beccato avrebbe fatto mooolto male. Direte voi "e che problema c'è: falle di nascosto, pensa ai veri reporter" certo lo pensava anche un amico mio...

anni fa due di notte, squilla il cellulare (non avevo ancora preso la sana abitudine di spegnerlo)
amico:"scusami, stavi dormendo?"
io:"G. !! Chi... cos... che è successo?"
amico:"mi devi aiutare, mi hanno arrestato!"
io:"ma dove? come? cosa?"
amico:"devi venire in questura a dire che siamo colleghi e dovresti rintracciare il prof. P..."
io:"ma è uno scherzo??"
amico:"dice che non ci crede... [passa la cornetta ad un'altra persona che comicia a parlare] senta lei dovrebbe venire in questura per chiarimenti, se vuole le mando la volante sottocasa..."

e venne fuori che quel disgraziato aveva di nascosto fotografato Villa Whitaker, pregevolissima villa in stile neogotico veneziano, ma sede della Prefettura e all'ordine di fermarsi il "Capa de noartri " era fuggito, salvo essere atterrato poco dopo, arrestato, perquisito e portato in questura. Passammo io e il professore (non molto contento di essere stato svegliato) la nottata a cercare di dire che non era un criminale, ma solo un cretino. E' inutile dire che il professore ci consigliò di non presentarci per quella sessione se non avessimo voluto cambiare ateneo.

La foto di sopra è "Le Baiser de l'Hôtel de Ville" (Il Bacio presso l'Hôtel de Ville), di Robert Doisneau e ha una storia molto curiosa, se la street photography vi ha incuriosito fate un giro presso il sito del gruppo Magnum.

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sabato 26 gennaio 2008

Nasi smarmittati

Qualche sera fa a cena da un amica
amica1:"[…] la sinusite mi porta fortissimi mal di testa e russo pure, almeno così mi dicono…"
amica2:"non me ne parlare, anche io: ho il setto nasale leggermente deviato e russo pure forte!"
amico:"Posso confermare!"
amica2:"E a te? Ti dicono mai che russi?"
io:"Non ne ho bisogno: russo talmente forte che riesco a svegliarmi!"

Io non russo, ruggisco. Russo forte e con gusto, a piena tonalità. Mio fratello, con cui a casa condivido la stanza, mi dice che a volte, di notte, si stupisce di non sentirmi ingoiare le adenoidi. A volte, ad esempio il pomeriggio, mi capita di riposare a letto raggiungendo uno stato di dormiveglia: mi sento russare, e il mio cervello si chiede "Ma sono io?" Ho provato diverse soluzioni: cuscini ortopedici, cerotti, spray, qualunque cosa. Nulla da fare. Sono arrivato alla conclusione che il mio non è semplice russare: è un atto creativo. Essendo abituato ad addormentarmi con le cuffie per la musica o con la radiosveglia accesa, il mio cervello, una volta smesso di sentire la musica ne crea un po’ per conto suo. In quanto atto creativo, non andrebbe limitato, anzi andrebbe incoraggiato o quanto meno sopportato. Per la verità questo discorso non ha ottenuto molto successo in chi ha la fortuna di dormire con me. Francamente non me ne spiego il motivo. Voi avreste fermato Pollock mentre dipingeva sol perché faceva casino?? Il fatto è che guardando le occhiaie della mia compagna di turno sono mosso a pietà, ma essendo il mio cervello una immensa fucina, non riesco a controllare il mio russare. Ricordo ancora una notte di qualche anno fa in cui svegliatomi nel cuore della notte sentii il guaito della mia (adesso) ex: "Basta russare pietààà…". Mi feci perdonare la mattina seguente con qualche coccola, un massaggio e un po‘ di sesso; in più, rimbambita per tutta la mattinata, qualunque cosa le dicessi mi rispondeva:"si ok, come dici tu, ho sonno…". Ho il sospetto che mi convenga continuare a russare!

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giovedì 24 gennaio 2008

Ridi, Pagliaccio...

"Amica2" fa parte del gruppo di Clown che intrattengono i bambini nelle corsie d’ospedale: si chiama clown therapy. Giorni fa hanno partecipato alla giornata dell’affido presso il teatro Politeama, animando la premiazione di alcuni alunni delle scuole palermitane. Devo ammettere che mentre li vedevo cantare e ballare sul palco "Il coccodrillo come fà" o "Y-M-C-A" provavo un sano sentimento di invidia: è un’esperienza catartica. Ho sempre pensato che per vivere bene occorra sapere non prendersi troppo sul serio e avere una buona dose di (auto)ironia. Quei 15 clown me lo hanno confermato.

amica2:"[…]So fare anche gli animali con i palloncini!"
amico:"La giraffa?"
amica2:"No quella no…"
amico:"e che sai fare?"
io:"Il verme, l‘oloturia…"

Tra poco sapremo se il governo avrà la fiducia anche in Senato (l’impresa è titanica). Seguendo le ultime vicende politiche nazionali e regionali saltano agli occhi due cose: la gente comune, quella che incontro nel bar sotto casa più che preoccupata è stanca; nessuno degli attuali politici sembra occuparsi del bene dello Stato. Comunque vada il futuro non appare roseo: se si va al governo di transizione non si attueranno riforme sostanziali, ma si cercherà una legge elettorale favorevole ai partiti più grandi; se si andrà alle elezioni ci aspettano 6 mesi di campagna elettorale sfiancante e cattiva: a sinistra o si andrà nuovamente ad un accordo con la sinistra estrema ingessando di fatto ogni riforma in caso di vittoria o si andrà da soli verso una probabile sconfitta; a destra Berlusconi sembra stanco, ma non ci sono alternative credibili (non ditemi che Casini o Fini sono alternative) e come sempre dal ‘94 sarà un referendum pro o contro di lui. De Gasperi in panchina o almeno politici che vedano più in là del proprio orticello o della propria bottega, non c’è ne. La nazionale inglese ha preso Capello: noi non potremmo prenderci per una legislatura Tony Blair? E’ pure diventato cattolico…

Scherzo sempre con le mie amiche che i Flickeriani sono "malati" di fotografia
amica flickeriana:"anche tu fai parte di Flickr?"
io:"No, sono portatore sano!"

Sembra che alcune Major abbiano deciso di abbandonare il formato concorrente per passare al Blu-Ray. Ottima notizia per i possessori di Playstation3 che si conferma il più diffuso lettore di questo formato, peccato che per godere appieno dei vantaggi di questo formato occorra una tv ad alta definizione e che i normali programmi televisivi si vedano particolarmente sgranati…
Sempre Playstation3. Cominciano ad abbassarsi i prezzi, il nuovo modello costa meno alla produzione e quindi può essere venduto a meno, peccato che abbia un hard disk più piccolo, e nessuna compatibilità con i giochi precedenti. Intanto non si vedono ancora killer application in giro. Quando si dice un progetto nato male…

Frase del mese e forse dell’anno
amico:"Sai chi vive bene la propria vita? Quelli che fanno della propria vita ciò che decidono che essa sia."

Aggiunto Skype alla PsP: con appena un paio d’anni di ritardo, ma sulla console sbagliata.

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lunedì 21 gennaio 2008

Oh my God

Facciamola breve che queste cose mi imbarazzano:

Sara di Nuvole Apatiche, molto gentilmente, mi ha assegnato il premio "D eci e lode" con la seguente motivazione:

Premio D eci e lode


A Nicola: ho scoperto il suo Zibaldone da poco, perché in realtà è stato lui a scoprire me per primo, ma mi è piaciuto tantissimo da subito: per le sue visioni sull'orlo della follia, ma anche perché passa da dialoghi assurdi e autoreferenziali come questo, ad argomenti decisamente seri come questo. [Mi chiedo ancora se sia un complimento! ;D n.d.N.]

Tutta la storia del Meme la trovate qui e nel post da cui tutto è partito. Ecco il regolamento:
Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole:
1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati.

Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

Veniamo ai miei nominati. Vorrei inserirne decine, ma ho deciso di centellinarli via via; per ora quindi, assegno i premi, ai primi blog che ho linkato su queste pagine e che mi sono stati di ispirazione, sicuro che nessuno avrà a che dire.

Ci faccio o ci sono? di Nalya: perchè ha la capacità di mescolare con sapienza e gusto il proprio privato con importanti battaglie civili. Perchè in un mondo in cui si arriva a sbavare anche per Miccoli lei è una fan di Ivan Basso. Perchè non ha paura di ammettere di avere torto.

Palermitando di Giuggiulena: perchè mi piace il suo sarcasmo. Perchè non è mai banale. Perchè ti cita Goethe e Gaetano Passafiume. Perchè conoscendola personalmente, mi chiedo ancora come diavolo faccia ad avere un blog così bello! ;)

Lighthouse di Pawnhearts: perchè riesce allo stesso tempo ad essere sofisticata e divertente. Perchè, come me, apprezza Beksinski. Perchè, come me, ama i film Wong Kar-Wai . Perchè chiunque dichiari il suo amore viscerale per i Van Der Graaf, dico i Van Der Graaf, merita rispetto incondizionato... quantomeno!

Sex & Naples di Mary.Ann: perchè è ironica, brillante, intelligente e sensibile. Perchè i suoi post fanno riflettere sempre e comunque, anche se non sei d'accordo. Perchè riesce a vivere senza falsi pudori la propria sessualità. Perchè è la mia finestra sull'altra metà del cielo.

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venerdì 18 gennaio 2008

Autoconservazione

Quando un libro mi appassiona particolarmente, impiego una vita a leggerlo, perchè l'autore è entrato talmente in sintonia con i miei pensieri da farmi fermare ad ogni frase a riflettere. Ho impiegato una buona mezz'ora per leggere questo editoriale sulla Stampa.it.

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mercoledì 16 gennaio 2008

Voltaire si rivolterà nella tomba...

Per dirla con le parole di uno dei professori firmatari della famosa lettera contro Benedetto XVI: "Mi pare che qui siamo cascati in una bella trappola"! "Ricordano, i professori, che la lettera è stata firmata a novembre, che doveva essere parte di un confronto interno alla Università, e che nessuno avrebbe mai davvero immaginato che la cosa prendesse questa piega. Cattiva immaginazione, cattivo senso politico, il loro? Davvero potevano pensare che anche solo l'uso di un termine come «improvvido» riferito al Papa non si sarebbe trasformato in un affare nazionale?" [Lucia Annunziata] Spero solo che almeno capiscano che il fatto che abbia preferito non presentarsi, in un posto in cui era stato invitato permetterà se non a lui, ad altri "di sfruttare questa censura e di amplificarla allo scopo di rendere ancor più salato il conto da presentare alle impaurite compagini governative, agli scalpitanti candidati alla successione del governo in carica. " [Ezio Mauro] Faccio mio il pensiero di Sofri... Se l'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza di Roma fosse stata solennemente affidata a una lezione di Benedetto XVI, avremmo assistito a una meravigliosa cerimonia medievale in costume. Se la visita di Benedetto XVI alla Sapienza nel giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico fosse impedita o cancellata, assisteremmo a una meravigliosa recita di ottocentismo postmoderno. In questa vicenda tanto romana, o almanco italiana, si è tentati per una volta di evocare la formula vietissima degli opposti estremismi, e comunque di un gioco di specchi. All'origine della Sapienza romana, si sente rivendicare, c'è la Bolla del 1303 di Bonifacio VIII. In verità, tutte le grandi università storiche (prima della odierna proliferazione, alla quale può bastare il segretario di un sottosegretario) ebbero origine da una Bolla papale, salva Bologna, che ebbe una nascita più laica e popolare, e Carducci ne fissò l'anno al 1088 solo per una convenienza municipale, incertezza che, si è osservato maliziosamente, consente alle autorità di protrarne le celebrazioni anniversarie a piacere. Dall'altra parte, si rinfaccia alla Chiesa la condanna di Galileo - 1633; o una frase dell'attuale pontefice pronunciata, a giustificazione del processo a Galileo, nel 1990. Ora, si potrebbe avvertire gli uni e gli altri che il 1303 è piuttosto lontano, e il 1633 anche, e lo stesso 1990 non è poi così vicino da farne una ragione di estradizione del Papa dall'università, che si chiama così perché vuol essere laicamente universale, e aperta a tutti. Un ulteriore paradosso fa sì che il giudizio dell'allora, nel 1990, cardinale Ratzinger fosse contenuto in una citazione di Paul Feyerabend, estratta lei stessa dal contesto; e Feyerabend è, nella filosofia della scienza, un esempio spinto di anarchia relativista, polemico con la sicurezza scientista per le ragioni opposte a quelle di un Papa in generale e di questo Papa in particolare. Affidare l'inaugurazione dell'anno accademico a un Papa in generale, e a questo Papa in particolare, era suppergiù come incaricare un professore di fisica delle particelle di cantar messa in Vaticano la notte di Natale. Insorgere contro l'ingresso del Papa alla Sapienza è suppergiù come scambiare Benedetto XVI per Luciano Lama, e il 2008 per il 1977, o il 1870. La Sapienza romana accolse già Paolo VI e Giovanni Paolo II. Ma quelli erano meno oscurantisti di questo, si dirà. Può darsi, ma l'invito rivolto da una pubblica istituzione non distingue fra questo e quel Papa, se non nel merito, nel dialogo e nella discussione. Giovanni Paolo II, si dirà, era soprattutto pastore, questo resta dopotutto professore, dunque più irritante il suo razionalismo fideista agli occhi di colleghi e studenti: ma resta il fatto che di fede e ragione, come di tutto, la cosa migliore è discutere, a casa propria e altrui, e nelle pubbliche aule e piazze, tanto più quando le piazze non vogliano più, e comunque non possano, essere usate per metterci al rogo i frati di genio. Nel settembre del 1989 Karol Wojtyla, in visita pastorale alla diocesi di Pisa, fu ospite della Sapienza della città in cui nacque Galileo, e insegnò da giovane. Fin dal suo arrivo in città ricordò la grandezza di Galileo, e nell'aula magna della Sapienza improvvisò un bel discorso dei suoi sulla grandezza e la responsabilità della scienza. Il 2009 è stato dichiarato, in memoria delle prime osservazioni che avrebbero condotto alla dimostrazione della concezione copernicana, anno galileiano, e in Parlamento aspetta una legge che dovrebbe patrocinarne lo svolgimento a Pisa, Padova e Firenze: c'è da sperare che l'aria che tira non faccia derivare questa felice circostanza verso una guerretta di religione e scienza. Nel primo ‘900 fu l'arcivescovo cardinal Maffi, astronomo anche lui, a proporre di erigere a Pisa un monumento pubblico a Galileo. Quando Giovanni Paolo II visitò la Sapienza, uno studioso come Adriano Prosperi non si sognò di formulare obiezioni, e piuttosto raccomandò di aprire finalmente l'archivio del Sant'Uffizio, raccomandazione già rivolta da Carlo Ginzburg, e finalmente accolta. Non sarebbe male se, accogliendo calorosamente o solo cortesemente Benedetto XVI, come si deve, gli si rivolgesse una raccomandazione sulla Biblioteca Vaticana chiusa per almeno tre anni, nella costernazione degli studiosi del mondo intero. Io non saprei mai obiettare all'invito al Papa ad ascoltare e dire la sua in qualunque assemblea italiana, dopo aver auspicato che Giovanni Paolo II lo facesse alle Camere riunite e addirittura che parlasse lì di un tema che mi stava specialmente a cuore, e riguardava la responsabilità dello Stato italiano. Dalle carceri italiane partì allora una cartolina che portava stampata la frase: "Di' soltanto una parola". La questione, coi Papi come con ogni altra persona, è infatti questa: quale parola. Non il luogo, la cattedra o il marciapiede, dal quale viene pronunciata. La discussione fra fede e scienza, e la demarcazione dei rispettivi territori, e il confronto di ambedue col potere, sono la cosa più seria di questo mondo, a condizione di avvenire, e non di essere reciprocamente elusi o peggio interdetti. Tra i docenti firmatari dell'appello contro la visita del Papa alla Sapienza figurano nomi dei più autorevoli e liberi scienziati italiani, persone di cui ciascuno di noi dovrebbe sentirsi responsabilmente scolaro. Che si siano sentiti tenuti a obiettare all'ospitalità fatta al Papa dentro la loro università è un segno di debolezza, o di forza, che è lo stesso. Forse la Chiesa dovrebbe esserne meno sorpresa di tutti, e chiedersi quanto le tentazioni di censura o di proibizionismi anticlericali debbano al suo proprio oltranzismo. Dopotutto, Galileo è lontano e benedetta la sua memoria, ma la lezione di amministrazione urbana impartita dal Papa, magari per penna interposta, al sindaco di Roma è affare dell'altro giorno [Adriano Sofri]

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martedì 15 gennaio 2008

Terremoto del Belice, quarant'anni dopo


Quando gliene parli o chiedi qualcosa in proposito, tutti cominciano dicendo dov’erano e cosa stavano facendo in quel momento: nessuno lo ha dimenticato; neanche chi allora era piccolino. Perché ha segnato la vita di tutti bene o male e perché il mondo nonostante tutto non cessava di andare avanti. Il 14 Gennaio 1968 era una classica domenica d’inverno siciliana: tersa, cielo azzurro, ma fredda, la sera a Sambuca e a Caltabellotta avrebbe nevicato abbondantemente. La prima scossa fu verso le cinque del pomeriggio. Non tutti la avvertirono. Si dice che a Gibellina i primi cornicioni cominciassero a crollare e molta gente, fortunatamente per loro, decise di uscire di casa. Le scosse, quelle serie, furono di notte, il 15. Due. A distanza di mezz’ora. Del nono grado. Gibellina, Salaparuta, Montevago, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice furono rase al suolo, letteralmente. Poggioreale, Salemi distrutte parzialmente. Danni e lesioni ovunque, da Trapani a Ribera, da Sciacca a Palermo. Un'altra scossa, più tardi, il 25 Gennaio, avrebbe dato il colpo di grazia.

Tutti hanno un aneddoto: qualcosa di eroico o di pusillanime, ma soprattutto di surreale, perchè in quei momenti, ripetono, "non puoi fare nulla, oltre che aspettare, ma la vita continua". C'è chi ricorda la gente accampata nelle piazze e nei corsi delle città attaccata alle radio a "transistor" o con le macchine aperte con la radio a tutto volume per avere notizie o sapere che fare. C'è chi ricorda che invece, causa un metro di neve, in strada non ci poteva andare e si rifuggiarono nella casa dei vicini dove c'era l'anziana madre che non poteva camminare "cose da pazzi, se fosse venuta un'altra scossa ci avrebbe preso tutti in una stanza". C'è chi ricorda di essere scappato in campagna, ma non dentro le case e che per il freddo si cominciarono a creare dei falò giganteschi che illuminavano la costa con continuità da Seccagrande a Porto Palo. C'è chi ricorda che stava operando e doveva continuare a farlo con la suora/assistente ai ferri che nel frattempo pregava a voce alta. C'è chi ricorda di avere aiutato persone anziane ad evacuare con brande improvvisate o a dorso di mulo che in un paese in pieno boom economico cominciavano a diventare desueti. C'è chi ricorda di avere dovuto abbandonare in casa la salma del nonno morto poche ore prima e di non averlo potuto seppellire prima di qualche giorno. C'è chi ricorda una signora che partorì in piazza con l'ambulanza e che piangeva urlando non per il dolore, ma per la vergogna e gli uomini che si trovavano li vicini e che avevano creato con delle coperte una tenda di emergenza per garantirne la privacy la consolavano dicendole di non preoccuparsi "perchè non si vede niente!". C'è chi ricorda che sarebbe dovuto partire per l'Australia per lavoro, ma rimase in Sicilia come tecnico comunale assoldato per iniziare la ricostruzione. C'è chi ricorda gli sciacalli che andavano in giro domandando denaro per un parente in un'altra città che ne aveva immediato bisogno. C'è chi ricorda gli oltre 300 morti e i 70000 senzatetto. C'è chi ricorda i ritardi del governo. C'è chi ricorda la disorganizzazione. C'è chi ricorda gli aiuti velocissimi della Caritas alla guida di un solerte Vescovo tedesco che in 5 giorni fece ricostruire, in un container, l'ospedale di Menfi. C'è chi ricorda di avere cercato i parenti tra le macerie e avere trovato i nipotini vivi protetti dal corpo dei genitori che si erano immolati. C'è chi ricorda di non avere mangiato per 4 giorni. C'è chi ricorda la solidarietà degli Italiani, anche di quelli all'estero. C'è chi ricorda di essere rimasto solo e senza niente, senza neppure le foto o i vestiti. Ricordi buffi o dolorosi e che ti segnano, ma che nessuno vuole dimenticare.

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lunedì 14 gennaio 2008

Free spirit in everyone


io:"Ma è madrelingua francese?"
amico:"No, sua madre è italiana!"

amica:"è che tu scrivi con ritardo, rispetto a quando è successo..."
io:"lo so, lo faccio apposta"
amica:"si, ma poi io cerco la descrizione della serata e non la trovo e mi viene la smania e non so che fare"
io:"voglia di lavorare saltami addosso, vero?"

amica1:"Questa è l'agendina di cui parlava lui?"
amica2:"Si, ma vabbè ci scrivo anche altro, appuntamenti, compleanni... ah bella la tua! Che ci scrivi?"
amica1:"I debiti!"

ma voi immaginate la scena davanti ad una persona che non sappia niente degli antefatti
amica(rivolta ad un amico):"[...] dai, fammi la faccia da patata che lui [cioè io n.d.N.] ti fa quella da Renna!"

la vera versione di questa:
amica:"[...] perchè ricorda, in vino veritas!"
io:"Si... In vino veritas, in frigo ananas, in bagno badedas! Mi sembri Lotito [presidente della squadra di calcio della Lazio, noto per il suo spregiudicato uso del Latino n.d.N.]"
amica(scrivendo quasi come una stenografa e ridendo come una pazza):"...scusa, ripeti?..."
io:"dai! non ci credo, devo davvero ripetere affinchè tu poi lo possa pubblicare?"
amica:"certoooo...e daii...non fare l'antipatico e ripeti!"
io:"In vino veritas, in frigo ananas, in bagno badedas!"
amica:"ok, scritto!...mi ricordavo Ananas, ma non ricordavo dove fosse!"
io:"e lo so io dove lo puoi trovare..."

due amiche (s)parlano di un ragazzo davanti a me e ad un altro amico; un po' imbarazzati facciamo finta di non sentire
amica1:"[...] dai e poi non mi va di spu##@n@rlo davanti a loro..."
amico:"Se vuoi mi bevo un paio di litri e torno in bagno a far pipì!"
amica2:"e voi parlate per i fatti vostri..."
io e l'altro ragazzo, simpaticissimo liutaio, cominciamo a parlare dei "violini della serva" di Guarnieri del Gesù; dopo poco sentiamo...
amica2:"ma tu guardali come gongolano, ma di che parlano?"
amica1:"tutti divertiti poi..."
amica3:"li osservo da un po', di sesso, di che vuoi che parlino..."
sottovoce...
amico:"e poi dicono che non le capiamo..."

in un locale dove andiamo spesso:
io:"[...] e per me un Bacardi breezer, signora"
signora:"Ma come devo fare con te? Ti rendi conto che lo bevi solo tu qua dentro! Questo è un locale serio, di tendenza! Ne ho due e te li prendi tutti e due così lo finisci! E chiamami P. che mi fai sentire vecchia!"
giorni dopo allo stesso locale, appena entrato mi acchiappa per il giaccone e mi trascina dietro il bancone, apre il frigo e vedo una scorta deluxe di bacardi breezer
signora:"Tutte per te! Perchè qui la gente viene per bere cose serie"
io(abbracciandola):"Grazie mamma!"
signora:"Se mi chiami di nuovo mamma, ci metto il veleno per topi..."

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venerdì 11 gennaio 2008

Just my imagination

Il punto è che ho una immaginazione molto fervida. Se aggiungete a questo sia il fatto che spesso, anche mentre parlo, vado, per cosi dire, in multitasking (cioè riesco a tirare avanti una discussione, pensando ad una cosa completamente diversa) sia la mia innata vena sarcastica, ecco spiegato il perchè ogni tanto, mentre si parla, spunta un sorriso da ebete sulle mie labbra. Significa che sto visualizzando nella mia mente qualcosa di molto divertente. I protagonisti? Chiunque mi stia attorno. Ad esempio: sono in un locale insieme ad un amica interessata ad uno dei ragazzi presenti, dopo un po' il ragazzo, seduto accanto a lei, si alza e si siede da un'altra parte, lei mi guarda e mi sussurra sottovoce:"secondo te l'ho inibito?", beh immediatamente io visualizzo la scena di lei vestita in latex con frustino in mano e lui ammanettato e con guinzaglio, ma la visualizzo proprio, nel senso che il tipo per il resto della serata quando si rivolgerà a me lo farà tra un "bau" e l'altro! Credetemi è difficile rimanere seri e rispondere:"magari è timido" e non "forse hai sbagliato marca di croccantini!". La mattina sono particolarmente allegro? Beh mentre cammino per strada e canticchio io immagino la gente che mi sta intorno cantare e ballare come nei film di Bollywood; una volta ho coinvolto l'intera Vucciria (mercato storico di Palermo) in un coro gospel! Un cagnone particolarmente grosso mi si avvicina (ho paura dei cani)? Io mi aspetto che mi dica:"non ho voglia di inseguirti, offrimi la tua chiappa sinistra!". Leggo qualcosa in chiesa ad un matrimonio di un amico? Mi immagino impugnare il microfono e urlare "Pentitevi, maledetti!" e l'intera chiesa inneggiare al ritmo di "Kumbaia my Lord!". Vedo Putin giocare a bowling in Tv? Beh io nelle sue mani vedo non la palla, ma la testa di qualche Ceceno. Detta così sembra che io sia uno schizofrenico, vi assicuro di no perchè il fatto che riesca a distinguere ciò che è reale da ciò che è falso significa che non lo sono. Almeno così mi hanno assicurato. Il problema è che a me capita anche quando non è opportuno. Capita ai funerali, quando immagino che la bara caschi dal trespolo dove è collocata e sommerga i poveri chierichetti, o che il defunto bussi alla porta della bara urlando:"veramente stavo solo dormendo e mia moglie ne ha approfittato!", oppure, seguendo il corte funebre, immagino che si rompano i freni della macchina con successiva corsa di tutto il corteo dietro la bara. Capita ai matrimoni dove i lunghi strascichi si impigliano lasciando la sposa in mutande. Capita flirtando con una ragazza, quando mentre serio dici:"io ti rispetto" ti immagini ululare e strappare a morsi il suo vestitino. Capita durante le prove di un concerto di musica classica quando in riposta ai gorgheggiamenti di riscaldamento del soprano immagino gli esausti musicisti usare i violini come fionde per abbatterla. Capita durante le presentazioni di qualche libro, quando immagino uno dei relatori urlare:"Questo libro fa c@g@re!". Detto questo ora capirete: ho un amico che soffre di forti mal di testa dovuti alla cervicale, gli ho consigliato di comprarsi un berretto, lo usa anche un mio coinquilino; stamattina è spuntato con un berretto rosso elettrico che unito alla barba lunga e al giubbotto azzurro lo rendono identico al Grande Puffo. Lo avrete già intuito: io oggi vedo Puffi ovunque. Ora capite perchè dopo che un collega mi ha risposto: "che è meglio!" io non smetto più di ridere?

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martedì 8 gennaio 2008

Normalità

amico:"Certo però che tu hai la capacità di calamitare gente strana..."
io:"Ma perchè tu sei normale? Tu sei quello che non mette gli occhiali per fare allenare gli occhi a vederci meglio..."
amico:"E lo vedi che ho ragione? Solo gente strana conosci!"

Cosa è normalità? Difficile da dire, ma i miei amici sicuramente ampliano il concetto, quanto meno non posso dire che siano "standard": ci sono quelli che ogni giorno se ne escono con un'idea diversa che spazia dal convertirti alla cabala al convincerti della necessità di riempire di specchi la tua stanza, affinchè "l'energia giri" passando dalla necessità di scoprire lo shintoismo; ci sono quelli patiti di musica che ti guardano strano se tu non conosci Gianmaria Testa, dico Gianmaria Testa; ci sono quelli a cui avere rivelato l'esistenza di siti porno gratuiti (voglio vedere quante persone entreranno in questo blog digitando su google "siti porno gratuiti"!) ha modificato il modo di relazionarsi con l'esistente; ci sono quelli che diventati maniaci di flicker, agguantano la macchina fotografica e ti sparaflashiano in faccia la loro passione mentre bevi in un locale urlando "fammi la faccia arrapata!"; ci sono quelli che si innamorano ogni giorno di una ragazza diversa e quando dico innamorarsi intendo proprio innamorasi; ci sono quelli con cui puoi parlare di "mastri comacini" alle 7 del mattino; ci sono quelli che mentre scazzatissimo emulo di Mc Gyver ti stai costruendo una macchinina con dei sottobicchieri, degli stuzzicadenti, e del chewingum spiegano con piglio da Piero Angela ai vicini "sta facendo asciugare la gomma arabica..."; ci sono quelli che mentre parli escono fuori l'agendina, l'AGENDINA!!, e si scrivono le tue battute; ci sono quelli che convertitisi all'uso dell'incenso "che fa rilassare" bruciano quantità industriali di incenso da chiesa che una volta tornato a casa ti chiedi se sei ancora vivo o sei stato assunto in cielo; ci sono quelli che vogliono fare i registi e ti costringono a leggere le loro lente, lentissime scenneggiature dei loro lenti, lentissimi film, dove la scena madre è un'inquadratura di una ruota... ferma; ci sono quelli a cui tu hai spiegato cento volte che nel Lotto non ci sono sistemi matematici per vincere che ti cercano di convincere che non è così e che tu non glielo vuoi rivelare per chissà quale cospirazione; ci sono quelli che si montano la parabola per guardarsi le telenovelas argentine per imparare lo spagnolo; ci sono quelli che tengono pitoni, PITONI, nella vasca da bagno e ti coinvolgono nel tenerlo fermo in corridoio per vedere quanto lontano arriva il veleno; ci sono quelli che ti propongono di farti iniettare del tecnezio radioattivo a pagamento; ci sono quelli che per farsi la doccia lasciano l'accappatoio in bagno e aspettano che non ci sia nessuno in giro per correre nudi verso la stanza da bagno e il perchè non ci vadano con l'accappatoio resta un mistero; ci sono quelli di cui le ultime notizie lo davano imbarcato come mozzo su una petroliera thailandese... beh in effetti, li conosco tutti io...

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sabato 5 gennaio 2008

Sarà il freddo...

Primi di Gennaio, periodo di forte freddo, di stanco ritorno al lavoro, di saldi e di aumenti: il mio barista ha aumentato caffè, pasticceria e rosticceria di 10 centesimi, quando si dice la congiuntura…

Ricordo troppo poco della notte di Capodanno…
amica:"[…] questa è una mia amica"
io:"Molto lieto, Nicola"
amica2:"io ti conosco!"
io:"si?"
amica2:"eri alla festa di capodanno da V. avevi una forchetta nel taschino della giacca e ricordo che giocavi a pallavolo con un palloncino a forma di cuore con due ragazze… ah e poi rubavi le scarpe ad una!"
io:"Ah… non è che me le sono messe vero?"
amica:"No… ma la gonna ti stava un amore!"
a chi c’era: mi prendeva in giro, non è vero??

Perché diamine i film belli li fanno solo in questo periodo che si esce più spesso e tutti contemporaneamente, quando invece il resto dell’anno non fanno nulla?

Progetti per il nuovo anno
amico:"ho deciso che quest’anno ci iscriviamo in palestra!"
io:"Ci?"
amico:"Certo: così mi invogli e mi sproni ad andarci"
io:"e chi sprona me?"
amico:"… … [rivolto ad Amico2 poco lontano] ehi ho deciso che ci iscriviamo in palestra tutti e tre!"

Gli sms di auguri sono un bell’indicatore di sanità mentale di chi li fa. Uno dei miei era: "Per quest’anno c’è l’hai fatta… pellaccia! Chi ti ammazza a te!" Le risposte variavano dal "Aspettiamo la mezzanotte prima di parlare" al "Dio lo vuole!" al "jmpdsdk sfdkjh aaargh" [giuro: è quello di Antonio ho i testimoni]. Quelli che invece si sono fatti fidanzati o sposati mi augurano gioia e serenità. Non ho capito se mi augurano gioia perché loro l’hanno persa o si sono totalmente rincoglioniti avendo raggiunto il "nirvana dell’ammore"!

Un amico mi invita a casa sua per vedere il suo elaboratissimo presepe
io:"molto bello, ma levami una curiosità: perché c’è la neve?"
amico:"non dovrebbe esserci?"
io:"ma tu hai mai visto nevicare in Palestina?"
amico:"era dicembre, dice che c’era freddo e bisognavano il bue e l’asinello, magari era in alta quota…"
io:"no, si festeggia il 25 dicembre in concomitanza con una festa pagana, quella del dio sole, ma molto probabilmente era estate, se pensi che i pastori erano fuori con il gregge per farli mangiare…"
amico:"accidenti, non lo sapevo… il prossimo anno mi documento meglio… che delusione: è come se mi dicessero che Babbo Natale non si veste di rosso"
io:"veramente… nulla, te lo dico il prossimo anno!"

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Ettore Sottsass, poeta del colore


E’ passato quasi sotto silenzio la scomparsa, il 31 Dicembre scorso di uno dei più grandi designer e architetti italiani: Ettore Sottsass. Inventore della famosa macchina da scrivere Olivetti Valentina, compasso d’oro per il mainframe Elea 9003 ancor prima che l’I-Mac facesse capire quanto il design fosse importante anche nei computer. Fa un po’ specie pensare che se ne sia andato negli stessi giorni in cui si parla di un forte ridimensionamento e probabile chiusura dell’hub di Malpensa da lui progettato. Marito di Fernanda Pivano, ideatore del gruppo Memphis con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale che cambiano il volto del mobile contemporaneo; non sono certo io a potervi dare con chiarezza un quadro della sua vita: qui, qui e qui trovate qualcosa su di lui. Ho avuto modo di conoscerlo anni fa a Palermo dove venne per un ciclo di lezioni/conferenze. Ricordo cosa disse a me e ad altri ragazzi mentre ci vedeva progettare: “La responsabilità che un progettista ha è enorme. Bada bene ho detto progettista: sia esso architetto, ingegnere, geometra o un perito agrario chiamato a progettare un giardino; egli ha la possibilità di trasformare uno spazio in un luogo. Di dargli un significato. E’ una cosa che ti avvicina ad un Dio. Sii responsabile, anche se ti chiedono di progettare una casetta a mare o un loculo cimiteriale, sforzati sempre di progettare un luogo, non un edificio. Leggi molto, informati, sii multidisciplinare: non so se diventerai famoso, ma ti assicuro che chiunque si avvicinerà ai tuoi lavori, si chiederà chi li ha progettati. Dopodiché non montarti la testa, l’architettura non può imporre nuovi modi di vita o di abitare: parla sempre con il tuo cliente, sia esso pubblico o privato, diventagli amico, lui deve conoscere te e tu devi conoscere lui. Lavora per il cliente, mai per te stesso.” Tempo dopo ebbi modo di visitare Gibellina, Poggioreale e altri paesi ricostruiti dopo il terremoto del Belice. Capii cosa voleva dire.

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Chiediamo i danni a Cosa Nostra

Nalya mi segnala questa petizione online (che avevo visto già nel blog di Manuela) , non ci vuole nulla a sottoscriverla, basta un click e i vostri dati resteranno anonimi.

Chiediamo i danni a Cosa Nostra

Quanto e' costato in termini di immagine, di ostacolo allo sviluppo economico e
anche in termini di sofferenze morali il condizionamento criminale in Sicilia?
Il CENSIS nel 2003 ha quantificato gli effetti, per le imprese meridionali, in
7,5 miliardi di euro l'anno negli ultimi 20 anni. Senza la presenza parassitaria
di Cosa Nostra e delle sue contiguita' politiche ed economiche, ci sarebbero in
Sicilia un maggiore benessere civile e materiale, maggiori occasioni di lavoro e
di indipendenza economica, premessa di un voto democratico libero. Se tanta
violenza e' motivata dalla brama di arricchimento e di potere, colpire questo
arricchimento e' la madre di tutte le battaglie e come tale va affrontata con il
supporto di societa' di investigazione finanziaria per scovare i patrimoni
nascosti. Questa petizione nasce li dove e' nato il problema per esportare,
questa volta, la soluzione con un appello rivolto a tutti gli italiani,
siciliani e non.

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martedì 1 gennaio 2008

Signora in rosso

Premessa: Ho ormai superato le 36 ore continue di veglia e l’abnorme quantità di alcol consumato rende i ricordi piuttosto confusi, quindi qualcosa è stato dimenticato…

io: “A che ora è?”
amica: “Dopocena”
io: “Ma che significa dopocena: è il cenone! Prima o dopo mezzanotte?”
amica: “Hihihi! Mi fanno tutti la stessa domanda: prima. […] passo a prenderti ceniamo e poi andiamo li… ah mettiti qualcosa di rosso: che si veda!”

Così inizia il mio capodanno: lo sapevo che dovevo comprare il cappello da Babbo Natale con le lucine! Che mi metto ora? Cavoli sembro una ragazza… dunque di rosso a parte il boxer con su scritto “SuperBirba” (e che tengo da parte per occasioni speciali) ho una camicia e un pantalone. Se metto tutti e due sembro una pallina di natale; se metto la camicia rossa mi serve un pantalone scuro e l’unico che ho puzza e non ho tempo di lavarlo e asciugarlo (dannata pioggia); vada per la camicia scura e pantalone rosso. Il coinquilino avvocato mi ha abbandonato per cui non ceneremo insieme, saputo che anche la mia amica cenava da sola, ci organizziamo. Non avevo pranzato in prospettiva del cenone e la fame comincia a farsi sentire, poco dopo le 20.30 la mia amica passa sotto casa, decidiamo di andare a prendere la cugina per cenare e poi dirigerci alla festa, ma arriva una telefonata che ci fa cambiare i piani…

amica: “dice che se portiamo qualcosa da mangiare possiamo cenare là [alla casa dove si svolgerà la festa n.d.N.], siamo gli intimi

Da mangiare? Alle 21.00 del 31 dicembre? Ricordo che vicino a casa mia c’è una rosticceria, c'è solo dello sfincione…

io:”OK ma intimi che significa? Richiama e chiedi quanto siamo…”
amica:”[…] ah… dice che gli intimi siamo 50!”

Prendiamo un paio di teglie di sfincione e una di rosticceria varia e arriviamo… il proprietario fa il designer/grafico e si vede: la festa, organizzata in un villino privato, si prospetta da PAURA. Tre piani di alcol, musica e cibo con quel tocco di originalità nelle scelte delle decorazioni e delle illuminazioni che rende il tutto molto di classe. Poi la vedo, è lì bellissima, sola, illuminata dalle luci di natale che rendono ancora più sexy la sfumatura di rosso che la ricopre: la mia signora in rosso; mi avvicino con passo da seduttore, ha un profumo incredibile: una mega teglia di pasta con le sarde! Tento finalmente di mangiare, ma vengo coinvolto dall’amica e dagli organizzatori in tour della casa e in una prova del bar. Ok l’appuntamento è rimandato. Prendiamo qualcosa da bere e scriviamo sul muro/tazebao le nostre “Ultimi frasi del 2007”. Ovviamente la mia è “Me la fai la Renna?”. Glisso per motivi di opportunità su quella dell’amica. La cosa bella di andare ad una festa dove conosci pochissime persone è che non devi sfiancarti in improbabili e ipocriti discorsi con gente che vedi una volta all’anno, quanto a capacità di socializzazione la mia amica non ha eguali: sfugge la gente come la peste! Riusciamo così a “selezionare” una discreta quantità di persone con cui scambiare quattro simpatiche chiacchiere. Ma io non l’ho dimenticata, lei è ancora lì che mi attende, mi avvicino, prendo un piatto e una forchetta… forchetta? Dove sono le forchette? Non posso nemmeno servirmi! Ma non demordo la notte è lunga. La festa comincia a prendere il volo e gli invitati aumentano di numero (avremo raggiunto le 250 persone) con loro ci raggiungono un'altra coppia di amici e mentre eseguiamo l’ennesimo brindisi, vedo un paio di forchette, me ne approprio e le metto nel taschino a mo di pochette. L’atmosfera si scalda e ci diamo alle danze: il demone che è in me non resiste alle note del “Tuca tuca” e ci fiondiamo! La mezzanotte si avvicina e dopo avere recuperato una bottiglia di spumante aspettiamo la mezzanotte che, causa mancanza di un orologio ufficiale, viene festeggiata 4 volte nel giro di un minuto: resistendo agli schizzi di spumante che viene distribuito gentilmente sugli spettatori riesco dopo innumerevoli sforzi a stappare la nostra, ci rifondiamo nelle danze. Alle 2 o giù di lì ci raggiungono un'altra coppia di amici. Decidiamo di salire all’ultimo piano per sederci e goderci una rilassata atmosfera zen al ritmo di “Y - M - C - A”. Ci mettiamo a scherzare, ma io non dimentico: armato di forchetta mi avvicino a lei, ma lei non c’è più… ho atteso troppo e l’ho persa. Un po’ mogio mi consolo scherzando con gli amici, ma il dolore è grande. Un paio di amici sfiancati decidono di abbioccare, io e altre due amiche riscendiamo per lo “sprint finale” al ritmo di “Donatella”, l'atmosfera è da deliro puro. Sono ormai le 05.00 e risaliamo a ritrovare gli amici che ancora riposano quando la vedo: era lì, era sempre stata lì, all’ultimo piano, nascosta da una scatola vuota di pizza: mi ha aspettato! Prendo un piatto e mi servo: ottima! Gli amici mi prendono in giro…

Sorella amica:”Ma sei pazzo? Pasta con le sarde alle 5.30?? Ma… … è buona… … me ne prendi un po’?”

E’ il destino di noi opinion leader: incompresi all’inizio, ma poi la gente ci segue… Svegliatisi dal lungo letargo anche gli amici abbioccati si scofanano le loro porzioni, c’è chi eccede andando pure sulle lasagne, ma io sono un ragazzo serio corteggio una signora alla volta. Ormai è l’alba: comincia a piovere e ritorniamo a casa. Facciamo colazione con cornetto e cappucino, è stata una lunga notte e mi aspetta ancora un rientro al paese natale con pranzo di compleanno della regina madre, ma se il buon giorno si vede dal mattino, si prospetta un 2008 scoppiettante! Buon anno a tutti! Ecco un po' di deliri di San Silvestro...

amico:”ma io non le capisco ste canzoni: che significa sex machine?”
io:”single vero?”
amico:”da che l’hai capito?”
io:”dal fatto che nessuna ti ha mai detto che sei una sex machine...”

amica:”[…] devi capire che sono abituata a parlare inglese o olandese tutto il tempo, quando torno qua parlo mezzo e mezzo, figurati che l’altra sera a mia madre gli ho detto ma che mi aski?”
io:”ma va c@c@ va…”
amica:”giuro! Scendiamo giù a ballare?”
io:”ecco vedi? Se volevi essere credibile dovevi dire ’scinnemu underground’

il ballo e i tacchi non sono buoni amici
amica:”scusa se abuso della tua spalla”
io:”abusa, abusa pure di me! Posso offrire altre parti del corpo?”

amica:”ma sei nuda, non ne senti freddo?”
ragazza:”beh ballando…”
io:”… e bevendo…”
ragazza:”non ho bevuto tanto guarda!”
io:”è l’occhio che ti tradisce sembra di guardare dentro l’oblo della mia lavatrice quando c’è la centrifuga!”

io:”ma tu non hai niente di rosso!”
ragazza:”beh non te lo posso fare vedere…”
io:”dicono tutte così…”
ragazza:”dici così per vedere le mie mutande…”
io:”no tranquilla! Anzi se vuoi ti faccio vedere le mie e siamo pari!”

parlando ad un amica abbioccata dalla stanchezza e dall’alcol
amica:”come stai? hai la nausea?”
io:”no per questo dovrà aspettare il primo mese…”

dopo delle risate con discorsi deliranti e impubblicabili
amica:”ok che io ho bevuto, ma tu ci dai dentro forte”
io:”no, credimi sono così nature

io:”ma tu mi dici che abiti ad Amsterdam e non ti sei mai fatta una canna?”
amica:”No, mai! Certo, magari di fumo passivo…”
io:”Vabbè il fumo di una canna che gira tra amici non cred…”
amica:”No, no credimi, li quando si parla di canna le cose le fanno sul serio!”

amica:”[…] a proposito c’è un detto famosissimo in Olanda, come dice Cruijff per ogni vantaggio c’è uno svantaggio”
io:”profondo…”
amica:”Già…”
io:”Chissà che si era fumato per dire una cosa del genere…”
amica:”Già…”

amica:"nascondimi, nascondimi..."
io:"che è?"
amica:"c'è una tipa che non sopporto... ma tu ci credi che faccio di tutto per evitarla da un anno e me la ritrovo qui..."

un amica si profonde in un passo di danza con stacco di coscia degno della Carrà
io:"sei una di quelle che da piccola voleva fare la ballerina eh?"
amica:"si poi ho avuto problemi al menisco, anzi mi devo operare"
io:"perchè non vai a Bologna, c'è un centro pubblico specializzato, ci vanno i calciatori"
amica:"[...] ma ci sarà una lista lunghissima..."
io:"beh a meno che ci sia qualcuno che vada a rompere i menischi della gente per sport, non credo che ci sia così tanta gente con menischi rotti in giro..."

pavimenti saponati
amica:"no questo si balla così..."
io:"OK, ma se ad un tratto non mi vedete più, guardate a terra e chiamate l'ACI"

ragazza:"[...] siete troppo forti, ma voi due state insieme?"
io:"No... io non interesso a lei e lei non la dà a me! Se sei interessata ti tengo in considerazione!"

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