OK al tre scatto... tre!
Da diversi mesi a questa parte alcune mie amiche, possedute dallo spirito di Henri Cartier-Bresson, hanno deciso di entrare nel mondo di Flickr. Per quei tre che non lo sapessero Flickr è una comunità online di dimensione mondiale dove si possono pubblicare le proprie foto, condividerle con gli altri utenti che possono commentarle, metterle in mostra in gruppi tematici e approfondire discussioni tecniche e non in appositi forum. Flickr al suo interno, mette a disposizione un meccanismo automatizzato di riconoscimento del valore della foto, un premio: ogni giorno, tra le centinaia di migliaia di foto caricate nel sistema, vengono scelte automaticamente, tramite un segretissimo e controverso algoritmo, le 500 foto più interessanti. Questo meccanismo favorisce da un lato l'aumento della qualità delle foto (ogni autore cerca avere una sua foto tra le selezionate), dall'altro essendo l'algoritmo basato anche sul numero di commenti ricevuti o sul numero di persone che hanno scelto la foto come preferita, favorisce la comunicazione tra gli stessi utenti. Il problema, se di problema si tratta, è che per le suddette amiche l'esperienza di Flickr sta diventando totalizzante: ci si siede in un locale? Ecco tirare fuori le compatte pronti a fotografare il fotografabile. Nulla di male, ma al cinquantesimo flash sparato dritto nell'occhio si cominciano ad avere strane reazioni al limite dell'epilessia! Mangi un piatto particolarmente ben presentato? Non lo si può addentare prima della decina di foto di rito! Tentano di farti una foto al buio senza flash e vieni mosso: arriva il cazziatone per non avere la faccia giusta! Di quella volta in cui mi urlarono in pubblico, "fammi la faccia arrapata!" ho già raccontato. E quando ormai la tua rètina è irrimedibilmente compromessa e Toshiro Canon ti è apparso in sogno da sveglio, arriva il momento delle macro (= foto di oggetti effettuate da molto vicino): e lì tu sei l'amico insostituibile che regge lo sfondo, sposta la luce, fa ombra, sposta l'ombra, avvicina la candela, illumina dal basso... Sono sfiancato, ma per la verità mi diverto anche io: il problema è che le mie amiche stanno peggiorando. Se mi guardano e mi vedono con lo sguardo stanco per loro sono "da mettere a fuoco con una maschera di contrasto". Un Flickeriano non ti chiede come stai, ma "che Iso hai oggi?". Se sei un po' pallido dovresti "aumentare la tua saturazione". Non vanno in bagno, "postproducono"! Poi arriva l'inevitabile domanda:"ma perchè non entri anche tu in Flickr?". Personalmente non sono un patito, ho la mia digitale, possiedo anche una bella reflex semiautomatica Canon di mio padre a cui invece piace molto fare foto. Stare lì molto tempo a fare foto, mi annoia. Amo invece quella che viene definita "street photography", cioè le foto istantanee fatte per strada e che tentano di catturare qualcosa di curioso, buffo, straordinario, quello che il Cartier-Bresson di cui sopra chiamava "il momento decisivo". Il punto è che farlo a Palermo è pericoloso ed esperienze vissute mi hanno leggermente inibito. Una volta con dei colleghi eravamo in un mercato storico a scattare delle foto per un rilievo, non ci crederete, ma un macellaio è uscito fuori con il teleobiettivo per fotografare noi!! A parte che quando sei in centro storico a fare foto, la gente ti chiede nell'ordine: se sei della polizia, se sei del comune, se sei dell'ufficio case popolari, è "divertente" vedere le loro reazioni che vanno dal "guai a te se fai vedere quella finestra" al "un t'azzardari" (trad. non ti azzardare). Una volta vicino all'albergheria ci arrivò diritto dal terzo piano un sacchetto di spazzatura che se ci avesse beccato avrebbe fatto mooolto male. Direte voi "e che problema c'è: falle di nascosto, pensa ai veri reporter" certo lo pensava anche un amico mio...
anni fa due di notte, squilla il cellulare (non avevo ancora preso la sana abitudine di spegnerlo)
amico:"scusami, stavi dormendo?"
io:"G. !! Chi... cos... che è successo?"
amico:"mi devi aiutare, mi hanno arrestato!"
io:"ma dove? come? cosa?"
amico:"devi venire in questura a dire che siamo colleghi e dovresti rintracciare il prof. P..."
io:"ma è uno scherzo??"
amico:"dice che non ci crede... [passa la cornetta ad un'altra persona che comicia a parlare] senta lei dovrebbe venire in questura per chiarimenti, se vuole le mando la volante sottocasa..."
e venne fuori che quel disgraziato aveva di nascosto fotografato Villa Whitaker, pregevolissima villa in stile neogotico veneziano, ma sede della Prefettura e all'ordine di fermarsi il "Capa de noartri " era fuggito, salvo essere atterrato poco dopo, arrestato, perquisito e portato in questura. Passammo io e il professore (non molto contento di essere stato svegliato) la nottata a cercare di dire che non era un criminale, ma solo un cretino. E' inutile dire che il professore ci consigliò di non presentarci per quella sessione se non avessimo voluto cambiare ateneo.
La foto di sopra è "Le Baiser de l'Hôtel de Ville" (Il Bacio presso l'Hôtel de Ville), di Robert Doisneau e ha una storia molto curiosa, se la street photography vi ha incuriosito fate un giro presso il sito del gruppo Magnum.