Ettore Sottsass, poeta del colore
E’ passato quasi sotto silenzio la scomparsa, il 31 Dicembre scorso di uno dei più grandi designer e architetti italiani: Ettore Sottsass. Inventore della famosa macchina da scrivere Olivetti Valentina, compasso d’oro per il mainframe Elea 9003 ancor prima che l’I-Mac facesse capire quanto il design fosse importante anche nei computer. Fa un po’ specie pensare che se ne sia andato negli stessi giorni in cui si parla di un forte ridimensionamento e probabile chiusura dell’hub di Malpensa da lui progettato. Marito di Fernanda Pivano, ideatore del gruppo Memphis con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale che cambiano il volto del mobile contemporaneo; non sono certo io a potervi dare con chiarezza un quadro della sua vita: qui, qui e qui trovate qualcosa su di lui. Ho avuto modo di conoscerlo anni fa a Palermo dove venne per un ciclo di lezioni/conferenze. Ricordo cosa disse a me e ad altri ragazzi mentre ci vedeva progettare: “La responsabilità che un progettista ha è enorme. Bada bene ho detto progettista: sia esso architetto, ingegnere, geometra o un perito agrario chiamato a progettare un giardino; egli ha la possibilità di trasformare uno spazio in un luogo. Di dargli un significato. E’ una cosa che ti avvicina ad un Dio. Sii responsabile, anche se ti chiedono di progettare una casetta a mare o un loculo cimiteriale, sforzati sempre di progettare un luogo, non un edificio. Leggi molto, informati, sii multidisciplinare: non so se diventerai famoso, ma ti assicuro che chiunque si avvicinerà ai tuoi lavori, si chiederà chi li ha progettati. Dopodiché non montarti la testa, l’architettura non può imporre nuovi modi di vita o di abitare: parla sempre con il tuo cliente, sia esso pubblico o privato, diventagli amico, lui deve conoscere te e tu devi conoscere lui. Lavora per il cliente, mai per te stesso.” Tempo dopo ebbi modo di visitare Gibellina, Poggioreale e altri paesi ricostruiti dopo il terremoto del Belice. Capii cosa voleva dire.
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