mercoledì 21 novembre 2007

Sparare e muoversi

L’avere, in un momento di egocentrismo puro da "tifenterò patrone di monto", inserito le mie foto e chiamato il blog con il mio nome ha fatto si che chi mi conosca e arrivi per caso su queste pagine mi individui senza tema di smentita (al di là di tutto, quante persone conoscete come me: belle, fighissime e… che si interessano di computer chess??). Nulla di male; qualche settimana fa ho risentito, dopo qualche anno, una persona a me molto cara che mi diceva di avere trovato questo blog casualmente e di avere avuto voglia di risentirmi, qualche giorno fa mi è arrivata una mail da un vecchio amico del quale avevo perso ogni traccia. L’ho conosciuto poco più che maggiorenne in ambito universitario: lui ricercatore a Palermo per un progetto, io matricola; entrammo subito in sintonia. R. è una persona molto speciale: israeliano, ma nato a Londra, laureato in Filosofia e Ingegneria a Yale (dove adesso vive, lavora e attende con ansia il primo nipotino...), esperienza nell’esercito israeliano come paracadutista/incursore, di una cultura spaventosa, ma non nozionistica; senso dell’umorismo molto britannico, appassionato di entomologia e surf! Pur essendo un tipo molto introverso, è una di quelle persone con cui puoi conversare amabilmente di ogni argomento dello scibile umano per poi accorgerti che sono passate 4 ore! Ha idee e posizioni su ogni argomento ed è una di quelle rare persone che non parla mai di cose che no sa, ammettendo candidamente di non sapere, ma di essere interessato al tuo punto di vista. Di R. in particolare ricordo alcune sue idee sulla vita e sul suo approccio ad essa di cui ho fatto e faccio tesoro. Una volta, parlando, mi disse approssimativamente: "Nella vita devi sempre cercare di andare avanti. A volte ti capita di entrare in un momento di blocco, sembra che qualunque cosa tu faccia sia inutile, anzi controproducente e per questo motivo ti deprimi ancora di più, innescando un circolo vizioso, dal quale però, secondo me, si può uscire. Un mio generale diceva che nelle battaglie di fanteria esiste una sola strategia: sparare e muoversi. Mentre spari con la tua arma, devi continuamente muoverti verso il nemico: il tuo fuoco lo costringe a tenere la testa bassa, impedendogli di sparare a sua volta, nello stesso tempo avvicinandoti fai si che i tuoi spari vadano a segno più facilmente. Se resti immobile il nemico ti sparerà addosso e sono guai. Mi ci sono voluti anni per capire che questo principio lo puoi applicare nella vita comune: ogni giorno devi fare un passo avanti, non importa se farai errori o prenderai cantonate, devi rialzarti, correggere il tiro e andare avanti, il tempo finirà per essere il tuo migliore alleato". Nelle dovute proporzioni è vero. Ti risulta difficile studiare? Impegnati ad aprire il libro ogni giorno, l’inizio sarà durissimo, ma via via acquisterai ritmo. A lavoro non sei produttivo? Sforzati di aprire il PC ogni giorno e di fare qualcosa. Non trovi lavoro? Continua a cercare o inventatelo, ma non stare fermo ad aspettare. Delusione d’amore? Rialzati e vai avanti, giorno per giorno. Tutto vero, ma occorre molta autostima e non tutti ne siamo dotati. Perché sparare e muoversi significa soprattutto fuggire dalle facili mediazioni, affrontare i propri errori e i propri comportamenti sbagliati, cercare in se stessi gli stimoli per andare avanti, non chiedersi mai "cos’ha lui che io non ho?" quanto "cosa posso imparare da lui?", significa essere umili volendosi bene e cercare di migliorarsi giorno dopo giorno. Non è facile.

Essere umili significa sottovalutarsi o piuttosto avere grande coscienza delle proprie capacità?

4 commenti:

  1. Ciao... i quattro puntini di sospensione mi insospettiscono: è un messaggio subliminale? ;D

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  2. 29.03.2008
    è la prima volta che leggo il tuo blog e mi piace davvero. Abito dall'altro capo d'Italia, ma la lontananza non mi ha impedito di trovare questa "perla" italiana.
    Ho riso tanto, ho riflettuto e in questo tuo post mi son fermata.

    Essere umili per me significa riconoscere le mie doti ma anche quelle degli altri, senza invidia. come dici tu, non "cos'ha lui che io non ho" e da cui poi scaturisce la cattiveria, il rancore, ma un impegno ad andare avanti, a migliorarsi e migliorare chi ci sta attorno.

    Tutto questo per dire che in questi giorni la sento proprio mia questa frase, sopratutto nello scoprire le MIE qualità, che tutti abbiamo in abbondanza, e farle diventare "armi".
    non è facile in questo periodo ma traggo grande forza da quel che hai scritto, grazie!
    lo porto nel cuore... e cercherò anche nella vita!

    cristina

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  3. Ciao Cristina, grazie mille dei complimenti. Che dire? "Sparare e muoversi" sta diventando la frase simbolo di questi miei ultimi anni... mai arrendersi: in bocca al lupo, di cuore!

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