lunedì 16 aprile 2007

Calatrava, Valencia, Coppa America e... Palermo


Qualche giorno fa parlando con una compaesana di blog mi è tornata in mente Valencia. La foto qui sopra raffigura l'Hemisfèric: una struttura che ospita un planetario con un modernissimo sistema di proiezione astronomica, controllato via computer, per una rappresentazione completa del cielo e dei corpi celesti su una superficie di 24 metri di diametro. l'Hemisfèric è uno degli edifici che compongono la Ciutat de les Arts i de les Ciencies (la cittadella delle Arti e delle Scienze) di Valencia.Un progetto che sta prendendo corpo, pezzo per pezzo, da dieci anni a questa parte, e che ancora manca di alcuni elementi per essere completato: un edificio chiamato "Ágora", ideato per svolgere le funzioni di "piazza coperta" (la sua inaugurazione è prevista molto presto), e tre grattacieli, uno dei quali sarà il più alto di Spagna. Valencia ha la fortuna di aver dato i natali a uno degli architetti oggi più quotati al mondo: Santiago Calatrava è nato a Valencia e ha cambiato il volto di Valencia. Per secoli la torre del Miguelete, il campanile gotico della Cattedrale, era stato il simbolo della terza città spagnola. Oggi non più. Ma già ora, pure incompleta, per i milioni di visitatori che richiama ogni anno, la "Ciutat" di Calatrava è il fiore all'occhiello di un centro urbano che ha scelto di fare un salto rapidissimo e vertiginoso verso la modernità. Citando Casabella : "Un'architettura che è pura poesia, è armonia delle forme, è un'esplosione di fantasia che interpreta la natura in maniera ardita e bizzarra. Cemento e cristallo, con la complicità di grandi specchi d'acqua, fondamentali per creare la sensazione di essere immersi in un paesaggio da sogno.La città di Calatrava è l'emozione di un'alba o di un tramonto, è l'armonia delle linee sinuose, ma è anche il più grande centro di diffusione scientifica e culturale d'Europa." La cittadella è stata teatro della presentazione alla stampa mondiale della nuova McLaren di Formula 1 e in questi giorni Valencia sarà anche centro di attenzione mediatica a causa dell'America's Cup di vela che vi si organizza. Il punto è: sarebbe possibile fare qualcosa del genere qui in Italia, magari in Sicilia? Francamente ne dubito, ma non per la scarsa fiducia riposta nelle nostre capacità tecniche e organizzative. Sapete che il vigente piano regolatore di Palermo non permette nuove architetture in centro storico? Di più, è previsto il ripristino tipologico delle unità edilizie esistenti: qualcuno mi spiega perchè la gente che era fuggita dai catoi del centro per costruirsi ville o appartamenti in periferia (contribuendo alla crescita abnorme e incontrollata della città), vi debba ritornare, quando non vi è neppure lo spazio per passare con la macchina e men che meno un parcheggio (sotterraneo, sopraelevato...)? Nessuno ha notato che il centro storico della città è abitato quasi esclusivamente da immigrati, studenti fuori sede e anziani? Quanti sarebbero disposti a investire qualche centianio di migliaia di euro per vivere in una zona che va sempre più ghettizzandosi?

4 commenti:

  1. Bè per l'idea del catoio, (cervellati docet) ti do ragione però queste architetture futuristiche non so, mi sembra comincino a somgliarsi un po'tutte. Forse sono troppe autoreferenziali, mi sembra manchino di una certa "anima", di un contatto con la realtà come delle astronavi parcheggiate. Ma d'altronde i geni sono tali perchèsono molto più avanti di noi, mi si potrebbe replicare, ci sono foto che sembrano dei fotomontaggi: personaggi di fine ottocento dentro architetture attualissime... mmm sta sera sono molto marzulliana me la canto e me la suono da sola, sarà l'orario...perdonami questo mio farneticare minchia ti sto scrivendo un poema, vabbè dai vale per tutti i post non commentati. insomma in questo mio delirio notturno volevo dire: non credi ci sia il rischio, sempre ammesso che per te sia un rischio, che tra una decina d'anni non arriveremo più a distinguere Tokio da New York, da Berlino da Dubai ad Abidjan o che so io? Chiedo ancora venia, spero di essermi spiegata...vado a dormire che è meglio. buona notte

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  2. Si, il rischio c'è. La questione è complessa, parte da lontano e coinvolge molti ambiti: sarebbe davvero troppo complesso parlarne in un commento ma mi affascina, proviamoci. In breve: i progettisti moderni non hanno più nessun codice-stile a cui riferirsi, è l'epoca del "libera tutti"; gli "archi-star" copiano se stessi: Hadid è sempre Hadid, Gehry è sempre Ghery; chi non è una star, progetta "alla maniera di"; i PRG sono falliti; le utopie degli anni 70 anche (ZEN e Poggioreale); i centri storici si stanno cristallizzando... non ti sembra che i centri storici italiani si assomiglino già? Tutti bianco_decapati_giallini con grandaie in lamierino di rame... e statue di Padre Pio!

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  3. Eh eh... il termine codice stile fa molto De Fusco, il professore Sessa trasalirebbe, ma sofismi verbali a parte (meglio lasciarli a coloro che godono di queste speculazioni intellettuali), trovo tu abbia ragione, in questa apparente libertà di pensiero si finisce per appiopparsi un'etichetta impossibile da scollarsi di dosso. Metti che un giorno qualcuno decida di chiamare Ghery per progettare il Guggenheim di Palermo, metti che la star in questione decida di presentare un progetto i cui i muri siano tutti a squadra...lo rispedirebbero di volata al mittente.
    Questo comunque è un problema che coinvolge qualsiasi forma d'arte, il busillis sta nel dovere ricercare il consenso, e una volta trovato...hai voglia a metterti a tentare nuove strade! Fortuna che, appartenendo al mondo dei mediocri, non sarà questo un problema di cui farmi carico, per lo meno nell'immediato! ;) Per ora ci accontentiamo di fare grondaie in rame e intonaci giallini! Una noia mortale...ci rimettiamo all'estro dei nostri concittadini...ciao!
    Giuliana

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  4. Più che ricercare il consenso direi ricercare un critico d'arte o d'architettura che parli bene di te! Quanto alla mediocrità, parafrasando un film, "mediocre è chi mediocrità fa", conosco fior di professionisti, da cui uno avrebbe solo da apprendere e che non sono citati nemmeno su "100 idee per la tua Casa"; tanto per chiarire non è sbagliato realizzare intonaci giallini e grondaie di rame, il discorso si riferiva al fatto che di questo passo i centri storici si stanno già somigliando tra loro.

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