venerdì 7 agosto 2009

Tetto al Jackpot del Superenalotto: demagogia

Ogni volta che il jackpot del Superenalotto tocca cifre che superano i 100 milioni di euro, comincia la trafila di dichiarazioni volte a richiedere un tetto massimo per la vincita. Lo trovo un discorso falsamente moralista e demagogico. Le scuse addotte sone le più balzane: impedire che una singola persona vinca cifre importanti (e perchè mai? Forse qualcuno si sognerebbe di impedire a qualcun altro di diventare ricco tramite il proprio talento o fortuna?); cifre troppo alte potrebbero fare impazzire chi vince; ma la più "pelosa" di tutte è senza dubbio: distribuire le vincite ai meno fortunati. Lo Stato Italiano guadagna dal Superenalotto e mette in palio appena il 33% di quello che incassa, verrebbe da dire: vuoi aiutare i bisognosi? Gioca di più! C'è la balzana idea che lo Stato debba essere Stato Etico per tutte quelle cose che permettono agli altri di ottenere qualcosa, Stato Tradizionale se tocca invece le proprie garanzie. Lo Stato è monopolista dei tabacchi che provocano tumore: perchè nessuno mai chiede di devolvere le accise sulle sigarette (obiettivamente soldi fatti sulla salute dei cittadini consenzienti) ai bisognosi: se ne ricaverebbero di più. Il Superenalotto (come il Lotto) è un gioco iniquo: cioè non si vince in proporzione alle possibilità che abbiamo. Andrebbe proibito di per sè, non solo ma è illegale per un privato organizzare un gioco simile! Il meccanismo del Jackpot che in pratica cumula una parte (non tutta) del montepremi non vinto all'estrazione successiva, permette soltanto di rendere divertente il gioco. Nessuno obbliga nessuno a giocare e chi gioca sa che le probabilita sono basse, il Lotto infatti veniva definito la "Tassa sugli imbecilli". Vogliamo realmente fare qualcosa di utile? Proibiamo la vendita di riviste e libri con fantomatici metodi per vincere (quella si che è una truffa) e imponiamo una puntata massima, per impedire ai giocatori di rovinarsi tramite giocate alla martingala.

2 commenti:

  1. Mi trovi d'accordo su tutta la linea. Solo che vietare le vere speculazioni, tipo i vari lottologi corredati da numeri di telefono tassativamente a tariffazione aggiuntiva, metterebbe in ginocchio un altro busimess su cui lo stato lucra e non poco. Lo stesso dicasi per il limite alle scommesse. Purtroppo i moralismi di maniera ci saranno sempre, inutile sperare altrimenti. Non resta che, per citare il tuo amico, sparare e muoversi.
    Santi

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