sabato 23 agosto 2008

Volevo essere il demone di Laplace


Pensieri sparsi di mezza estate sulla vita, sulla casualità e sugli eventi a bassa probabilità.

Devo ricordarmi di limitare i post sulla statistica e sul calcolo della probabilità, sembro un invasato. Come se per giustificare o scegliere ogni mia azione usassi le statistiche. Peccato perché questi post sono tra i più letti. Non ci credete? Vi faccio vedere le statistiche!

A parte gli scherzi, una mia amica mi rimprovera di essere troppo razionale, troppo calcolatore. Non è così, almeno credo, sono guardingo questo si, perchè benchè sia un convinto sostenitore dell'essere artefici del proprio destino, so che non viviamo in un universo deterministico. Ovvio che mi piacerebbe essere come il demone di Laplace, ma so che è impossibile. Per questo mi stupisco di quanto poco la gente tenga in considerazione la probabilità.

In effetti il calcolo della probabilità è noioso, e pensare tutto nacque da un carteggio epistolare tra Pascal e Fermat a seguito di una domanda fatta a Pascal dal suo amico Antoine Gombaud, un nobile francese, per sapere se in un determinato gioco di dadi, avesse più probabilità di vincere il banco o il giocatore. Insomma la teoria della probabilità è il compagno fidato dei giocatori d’azzardo.

Certo il fatto che poi Pascal arrivò a dimostrare(!) che molto probabilmente non valeva la pena dedicarsi allo studio della matematica quanto piuttosto a Dio, non depone a favore dello studio della teoria delle probabilità. Avesse almeno parlato di donne...

Per la cronaca, nel gioco di cui sopra, le probabilità erano a favore del banco. Ecco se anche vi stufaste a leggere tutto il post, ricordate sempre: "Il banco vince sempre. Se giochi a lungo e non cambi mai la posta il banco ti frega … a meno che quando si presenta la mano giusta non scommetti il massimo e te lo porti via tu …il banco!" Come dice George Clooney a Brad Pitt in Ocean’s Eleven!

Uscito insieme con mio padre, incontriamo un suo vecchio amico che sapevo avere avuto gravi problemi di salute. Talmente gravi da costringerlo ad un trapianto. Mentre discutiamo noto che ha una sigaretta in mano. Dopo un caffè al bar gli offriamo un passaggio in macchina…
amico: “si, cinque minuti che prima mi fumo un'altra sigaretta!”
padre: “… ma tu fumi? Ma come? Dopo quello che hai avuto?”
amico: “Io sono vivo per caso. Tu non hai idea delle sequenze di casualità che si sono messe in moto quando mi sono ammalato. Per caso mi sono sentito male in ospedale, per caso il medico del pronto soccorso aveva diagnosticato una cosa simile pochi giorni prima e mi ha fatto gli esami giusti e ha iniziato la terapia adatta, per caso si trovava in quell’ospedale un altro famoso medico che mi ha operato e mi ha messo in lista per un trapianto, per caso sono balzato in testa alla classifica, per caso un ragazzo è morto in un incidente e aveva un organo compatibile con me e non con quelli davanti a me in lista. E potrei continuare. Insomma io sono un caso su un milione, forse anche di più. Si vede che non era la mia ora: sono diventato fatalista, se devo morire, morirò lo stesso che io fumi o no!”

Un amico dopo avere letto il post sulla legge dei grandi numeri e il lotto mi ha detto: “ho capito che tutta la storia dei numeri ritardatari è una bufala, ma non credo che tutti i numeri possano uscire con la stessa probabilità, per esempio su nessuna ruota uscirà mai 1, 2, 3, 4, 5!”. In effetti è vero, non credo che una serie di numeri consecutivi sia mai uscita, eppure matematicamente ha la stessa probabilità di uscire di una serie come 23, 3, 57, 44, 68 che ci appare molto più plausibile.

Il fatto è che quando ci chiediamo se potrà mai uscire la sequenza 1,2,3,4,5 non parliamo di probabilità, ma di casualità. In sostanza ci aspettiamo che la sequenza di numeri estratti su una ruota del lotto sia casuale, mentre la sequenza 1,2,3,4,5 è regolare (cioè è individuabile una legge che la genera). Nel lotto sappiamo che tutti i numeri hanno un’uguale probabilità di uscire, quindi l’istinto ci dice che i numeri si distribuiranno lungo tutto l’intervallo [1, 90] e che gli elementi successivi della sequenza saranno indipendenti tra loro. In effetti, non tutte le sequenze di numeri possono dirsi casuali, ci sono dei test appositi per stabilirlo.

Ad ogni modo la probabilità a volte non segue il senso comune, ci sono paradossi molto famosi, come quello di Monty Hall o dei due bambini o delle tre carte.

Le probabilità di fare 6 al superenalotto, giocando 6 numeri, sono di 1 a 622.614.630 cioè quasi lo 0,00000001%; eppure il 4 Maggio 2005 alcune persone hanno vinto, con un sistema, oltre 72.000.000 di euro. Il fatto che un evento sia a bassa probabilità non significa che sia impossibile a realizzarsi. Gli scienziati sostengono che le probabilità che un asteroide colpisca la Terra sia di 1 a 1.000.000 il che significa che nel corso dei sette milioni di anni durante i quali la nostra specie ha passeggiato su questi lidi, la Terra dovrebbe essere stata colpita non una, ma sette volte! Eppure siamo ancora qui. Quello che voglio dire a proposito degli eventi a scarsa probabilità non è che verremo tutti spazzati via da un asteroide, quanto che: la sfiga esiste!

Mettiamola così: esistono eventi con diverse probabilità, dalle più probabili alle meno probabili. Riguardo a queste ultime, se sono positive per noi le chiamiamo colpi di fortuna (per non essere scurrili) altrimenti diamo colpa alla sfortuna.

Durante quest'ultima settimana ho cercato di recuperare un po' di mare. Prima giornata nuvolosa, con gli amici che cominciano a scherzare: "arrivi tu e il sole va via". La mia autostima è forte si sa. Poi invasione di meduse, gli amici sghignazzano. Tocca ai divieti di balneazione, amici con le lacrime agli occhi. Tutto finito? Assolutamente no, ricordate: la sfiga esiste. Domenica pomeriggio ad un certo punto in spiaggia si diffonde una voce: le spiaggie di Mazara e Selinunte sono state colpire da uno tsunami. Non scherzo. Non so se sia stato un scherzo o una caso di follia collettiva, ma domenica pomeriggio migliaia di persone sono fuggite dalla spiaggia convinte che uno tsunami stesse per colpire e sommergere la costa meridionale della Sicilia. Ora il dubbio che fosse un abbaglio mi è venuto ("va bene che gli eventi a bassa probabilità accadono, ma qui si esagera..."); all'orizzonte non si vedeva nulla se non che un po di foschia, ma nel dubbio si è abbandonato la spiaggia. Il panico è stato talmente tanto che il Sindaco è stato costretto ad indire una conferenza stampa insieme alla capitaneria di porto in cui si assicurava che nulla era successo o stava per succedere.

Giorni dopo incontro un amico con cui si commenta l'accaduto
amico: "[...] figurati che avevo convinto mio zio a venire in spiaggia dopo vent'anni che non veniva!"
io: "si è spaventato..."
amico: "macchè! Ha detto che dopo vent'anni che non andava in spiaggia poteva venire pure l'onda anomala, ma lui non si spostava!"

La sfiga esiste. Dobbiamo arrenderci? Assolutamente no. Bisogna pensare come i giocatori di poker. Disse uno di loro: "Un giocatore d'azzardo, uno che scommette sui cavalli o su eventi sportivi, sui vari giochi del casinò o sulle gocce di pioggia che scorrono sui vetri, è una persona che punta su probabilità sfavorevoli. Un giocatore di poker se sa il fatto suo, è una persona che punta su probabilità favorevoli. Il primo è un romantico, il secondo un realista."

Il mio amico R., quello di "sparare e muoversi" per intendersi, mi insegnò i rudimenti del gioco e poi mi diede un consiglio: "Il segreto per vincere? Butta via le carte, butta via le carte e poi ancora butta via le carte. Ci sono dei piatti che sono tuoi di diritto, perchè le carte buone, statisticamente capitano a tutti. Le tue occasioni nessuno te le può togliere. Ma se vuoi vincere alla lunga, quello che devi fare e stare basso e risparmiare quando il piatto è dell'avversario: devi rispettare le sue carte e non dargli i tuoi soldi". Penso che si possa applicare alla vita.

Chi lo chiama carpe diem, chi non arrendersi, chi sparare e muoversi; forse la migliore definizione è quella data dal Guzzanti-Tremonti: "il cetriolo globale che gira: oggi colpisce me, domani te!"

1 commento:

  1. Sono arrivata sul tuo blog leggendo la recenzione di un libro che faceva riferimento al demone di laplace e cosi' per capire meglio
    ho cliccato sulla definizione e posso solo dirti da una esperienza concreta che la probabilita' e' l'atto l'azione il risultato e' un caso di parziale fortuna di flusso .Sara' che l'importante e' giocarla la partita. ciao da gabbianolylla

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