venerdì 18 settembre 2009

Sagge parole

Sui fatti di Kabul, ha scritto benissimo Matteo Bordone, potete leggere per intero il suo post sul suo blog; riporto qui solo un passaggio per me significativo:

"[...] peggio di chi muore per niente c’è chi muore per una ragione che però crolla nel momento in cui lui muore. Cioè se metto a repentaglio la mia vita, ma nel caso in cui io la perdessi poi sarebbe messo a repentaglio il progetto che me l’ha fatta perdere, allora no, allora sono sacrifici umani, non strategia militare, non politica estera. Se c’è una ragione per partecipare a una campagna bellica, la ragione resta anche dopo la morte di alcuni militari; se, al contrario bastano sei morti per andarsene, visto che gli altri paesi di morti nelle guerre ne contano molti di più, allora aiutiamo finanziariamente da subito e evitiamo di far morire della gente senza ragione. Evitiamo anche, in caso, di farci belli davanti alle parate del 2 di giugno. [...]"

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