Lo ammetto: amo celebrare le solenni liturgie televisive. Sanremo compreso. Ho ascoltato, con molta curiosità insieme a coinquilino musicista (che mi ha fatto notare quanti cantanti abbiano stonato) la famigerata canzone di Povia. Per quei pochissimi che non ne sappiano nulla ricordo che la canzone "Luca era gay" è stata di oggetto di pesanti accuse da parte dell'arcigay: la canzone avrebbe parlato di un ragazzo gay che guarisce dall'omosessualità dopo avere incontrato la donna della sua vita. La canzone è molto gradevole e orecchiabile, anche se sapeva di già sentito (forse il rap di Moro?). Ascoltato il testo mi pongo alcuni interrogativi. Il testo dice espressamente che il ragazzo non ha fatto cure, non è andato da dottori ne da psichiatri, ne che è guarito o si e convertito. E allora perchè tutto questo casino? In effetti ascoltando la canzone si sente la storia di un ragazzo, Luca, vessato e soffocato da una madre oppressiva e delusa dal proprio marito assente. Luca, terrorizzato che tutte le donne siano tremende come la propria madre, trova prima conforto tra le braccia di un uomo e poi, conosciuta una donna fantastica, tra le braccia di quest'ultima. Al di là della palese banalità, del qualunquismo del testo e delle idee bislacche dell'autore in materia di omosessualità, penso che l'accento polemico non sia da porre tanto sul presunto cambiamento di orientamento sessuale quanto sulle cause! Insomma, a mio modo di vedere, ad inca##arsi qui dovrebbero essere le mamme e le femministe di mezzo mondo, non gli omosessuali. Quanto al titolo Povia ha quasi ragione, Luca non era gay: era bisessuale!
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