giovedì 7 agosto 2008

Masamune Okazaki, Sengo Muramasa e la leggendaria spada Kusanagi

In Giappone i maestri spadai costituivano un mondo proprio, un universo al quale molti nobili avrebbero voluto appartenere. Pensate che l’imperatore Go-Toba, appassionato studioso, nel 1208 chiamò a corte i più famosi spadai del tempo, uno per ogni mese dell’anno, assegnò loro un titolo nobiliare, chiedendo in cambio di rivelargli i propri segreti; dodici mastri per dodici spade: le Kiku-ichimonji. All’arte dei forgiatori era riconosciuta un’alta valenza spirituale, le apprezzatissime lame dovevano possedere insieme le qualità estetiche e l’efficacia in combattimento, così da suscitare nell’osservatore sensazioni di potenza e insieme di bellezza, meraviglia e terrore. La fabbricazione della lama per una katana era ed è considerata un’operazione sacra. Il maestro spadaio sceglie con cura il giorno propizio per iniziare l’opera, nei periodi precedenti la forgia segue un rituale di purificazione del corpo e dello spirito, e per l’esecuzione indossa una veste sacerdotale di colore bianco e un copricapo in lacca di color nero, inoltre allontana gli spiriti maligni chiudendo la porta d’ingresso alla fucina con una corda di paglia di riso (Shimenawa). Insomma la figura dello spadaio incarnava in se le figure di filosofo, scienziato, alchimista e artista. Il loro saper essere multidisciplinari, la capacità di fornire valore aggiunto alle proprie opere, un valore che trascende anche dalla materialità dell'oggetto, li rende ai miei occhi figure interessanti e moderne. Sono esistiti tanti grandissimi spadai, ma su tutti spiccano le figure di Masamune Okazaki e Sengo Muramasa.

La figura di Masamune è circondata da un’aura quasi leggendaria, non abbiamo notizie certe sulla sua vita, ma si suppone che visse tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Masamune è considerato il più grande fabbricante di katane di tutti i tempi, anzi il maestro spadaio per antonomasia. Tutt’oggi esiste un premio per i fabbricanti di katane che porta il suo nome. Le spade di Masamune sono considerata di qualità superiore e particolarmente belle, soprattutto considerando che nel periodo in cui forgiava il ferro che utilizzava era spesso impuro. Le spade firmate sono purtroppo pochissime, la maggior parte gli sono attribuite tramite il parere di esperti, ma la storia giapponese è piana di personaggi famosi che ne hanno brandita una, da Oda Nobunaga a Ieyasu Tokugawa a Hideyoshi Toyotomi (tre le più importanti figure storiche del Giappone) e ogni spada ha una storia curiosa. Su tutte spicca quella della Honjo Masamune. Considerata una delle migliori spade mai costruite ha rappresentato per lungo tempo durante l’era Tokugawa il potere dello Shogunato e veniva tramandata da uno Shogun al successivo. L’ultimo possessore conosciuto fu Iemasa Tokugawa che alla fine della seconda guerra mondiale, nel Dicembre del 1945, la consegnò insieme ad altre 14 spade alla polizia di Mejiro. La polizia le consegnò al sergente Coldy Bimore del 7° Cavalleggeri, da allora non si hanno più notizie.
Abbiamo già detto che un altro famoso maestro spadaio fu Sengo Muramasa, ma sarebbe stato meglio dire famigerato. Considerato a torto un discepolo di Masamune, visse in realtà un paio di secoli dopo, nel XVI secolo. Descritto come un uomo violento e vicino alla follia, era ritenuto capace di trasmettere nelle proprie spade la sua malvagità. Inutile dire che le “diaboliche” spade di Muramasa hanno dato vita a leggende e racconti e giocano un ruolo di primo piano nella letteratura giapponese. Le sue spade ritenute demoniache e assetate di sangue sono infatti spesso confrontate con quelle di Muramasa. Molto nota una leggenda che non ha alcun fondamento storico: Muramasa sfida Masamune per scoprire chi dei due è in grado di forgiare la spada migliore; entrambi crearono due spade magnifiche e decisero di metterle alla prova, le due spade sarebbero stato appese a una sporgenza sopra un fiume, con la punta della lama immersa nell'acqua. La spada di Muramasa, la Juuchi Fuyu (: “diecimila inverni”) tagliò ogni cosa che la corrente trascinava (pesci, foglie, persino il vento), la spada di Masamune, invece, la Yawaraka-Te (: “mano delicata”) non fendé nulla: i pesci e le foglie passavano, e il vento soffiava dolcemente sulla sua lama. Muramasa schernì Masamune per la sua scarsa abilità, un monaco, che aveva osservato tutta la sfida, si avvicinò e parlò ai due: "La prima spada è senza dubbio una spada tagliente, ma è portatrice di sangue, una spada malvagia che non fa differenza fra ciò che taglia. Può essere buona per tagliare farfalle così come teste. La seconda è notevolmente più tagliente delle due, e non taglia senza motivo ciò che è innocente". In realtà la triste fama che aleggia attorno alle spade di Muramasa è dovuta, molto probabilmente a Ieyasu Tokugawa (l’uomo che unificò il Giappone agli inizi del XVII secolo) noto per essere molto superstizioso. Avendo perso molti uomini, parenti ed essendo stato lui stesso ferito da spade di Muramasa proibì ai propri samurai di indossare e usare spade di Muramasa.
Se ancora non fosse chiaro per capire quanto importante sia il ruolo della katana nella cultura giapponese, basta citare la leggendaria spada Kusanagi-no-tsurugi (: l’esatto significato della parola è tutt’ora oggetto di discussione). Questa spada è paragonabile alla Excalibur di re Artù, anche se, contrariamente a questa, sembra che esista davvero. La Kusanagi forma infatti , insieme allo Yasakani no Magatama e allo specchio Yata no kagami, le insegne imperiali del giappone: il tesoro sacro nazionale che è usato durante la cerimonia di insediamento del nuovo imperatore, ma che non è visibile a nessuno al di fuori dell’imperatore stesso e di determinati sacerdoti. Le origini della spada sono avvolte dal mito. E’ scritto nel Kojiki (il più antico manoscritto giapponese) che il dio del mare e delle tempeste Susanoo incontrò nella regione di Izumo una famiglia disperata: i genitori avevano perso sette figlie sacrificate al malvagio mostro Yamata no Orochi, che richiedeva vergini in sacrificio in cambio della promessa di non devastare la provincia, e adesso rischiavano di perdere anche Kushinada, ultima esponente della loro famiglia. Invaghitosi della giovane, a causa della sua bellezza così delicata e della sua eleganza, Susanoo ideò un piano per sconfiggere il mostro, in cambio della possibilità di sposarla: trasformata Kushinada in un pettine, ordinò che fossero raccolti otto barili di sake, da disporre di fronte alla casa della ragazza, dove Yamata no Orochi sarebbe giunto per reclamare la vergine. Mentre Susanoo si nascondeva in una vicina foresta, Yamata no Orochi giunse di fronte alla casa di Kushinada, e qui trovò gli otto barili di sake e non poté far a meno di ubriacarsi, finché ogni testa cadde addormentata. Solo quando tutte le teste del mostro scivolarono in un sonno profondo, Susanoo abbandonò il suo nascondiglio e le recise, uccidendo il drago leggendario. Susanoo dopo aver tagliato le otto teste, iniziò a recidere le code del mostro, ma quando giunse all'ottava coda, la sua spada impattò contro qualcosa di molto resistente. Fu così che Susanoo trovò la spada Ame no Murakumo (in seguito chiamata Kusanagi) nella coda maggiore del Drago. Generazioni dopo, nel regno del dodicesimo imperatore, l'imperatore Keiko, la spada passò nelle mani del grande guerriero Yamato Takeru, come dono della zia, la principessa Yamato, Vergine del Tempio di Ise, per proteggere il nipote dai pericoli che il giovane avrebbe dovuto affrontare durante una spedizione contro gli Ainu. Yamato Takeru cadde in un'imboscata in un pascolo, durante una spedizione di caccia, organizzata da un perfido Signore della Guerra. Costui, utilizzando delle frecce infuocate, intrappolò l'eroe in un cerchio di fuoco e nel frattempo uccise il suo cavallo per impedirgli la fuga. Disperato, Yamato Takeru cercò di usare la spada per impedire alle lingue di fuoco di raggiungerlo e con grande stupore scoprì come l'arma avesse il controllo sul vento. Questa magia gli permise di crearsi un varco fra le fiamme, salvandogli la vita. Da allora, Yamato Takeru chiamò la spada Kusanagi, che letteralmente vuol dire Spada Falciatrice d'Erba. Oltre Kojiki, un altro importante testo che menziona la spada è il Nihonshoki. A differenza del primo, quest'ultimo testo non contiene soltanto storie mitologiche, ma anche registra alcuni eventi contemporanei o comunque vicini alla sua stesura. Questi passi sono considerati molto importanti da un punto di vista storico ed è qui che troviamo le prime tracce effettive della spada. Secondo quanto vi è registrato, essa fu rimossa dal palazzo imperiale nel 688 e fu trasferita al Tempio di Atsuta. Secondo altre storie costruite intorno alla spada, il decimo imperatore del Giappone, l'imperatore Sujin, ordinò che fosse forgiata una replica di Ame no Murakumo. Questa informazione, tuttavia, divenne di dominio pubblico solo quando si seppe che la spada era stata rubata, sebbene secondo alcune voci fu la sua copia a cadere nelle mani dei ladri. Va inoltre sottolineato come l'imperatore Sujin sia ritenuto spesso una figura leggendaria a causa dell'incapacità degli storici nell'inserirlo in un contesto storico ben preciso. Un'altra storia racconta che la spada fu nuovamente rubata nel sesto secolo, da un monaco cinese. Ma la nave dove costui viaggiava, presumibilmente, affondò permettendo alla spada di giungere presso Ise, dove fu recuperata dai monaci shintoisti. Sebbene sia impossibile provarlo, visto il fatto che non è accessibile al pubblico, la Spada sembra sia veramente conservata presso il tempio di Atsuta, infatti vi è una testimonianza, risalente al Periodo Edo, secondo la quale un sacerdote shintoista l'avrebbe vista e descritta. In base alle sue parole, la spada Kusanagi sarebbe lunga circa 84 cm, modellata come un calamo, forgiata in un metallo bianco e ben mantenuta.

Per maggiori approfondimenti: Associazione Italiana per la Spada Giapponese

8 commenti:

  1. Bellissimo post, davvero. Non credevo che in giro a Palermo ci fosse un appassionato di cultura giapponese tale da avvicinarsi a me... Poi però per togliermi alcuni dubbi ho consultato wikipedia, fonte che nel tuo post non hai citato, e ho trovato sotto la voce "leggenda" alcune spiegazioni al misfatto:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Masamune
    Sai come si dice dalle mie parti? Copiato paro paro. Ad ogni modo è sempre importante focalizzare l'attenzione non solo sul mondo occidentale, ma anche su quello orientale, cosa che i mass media stanno facendo insistentemente solo in questi giorni forse perchè ispirati dai Giochi Olimpici. Ciao. Alfredo

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  2. @ manuela: tranquilla, ora sai!

    @ alfredo: sai come si dice dalle mie parti? "L'invidioso mi loda senza saperlo." E' vero non ho messo la fonte wikipedia cosa che del resto faccio quando la uso, ma c'è un motivo: non è presa da lì! Le leggende su masamune sono prese dal sito dell'Associazione Italiana per la Spada Giapponese che ho dimenticato di linkare. Se poi mi permetti un pizzico di vanto sono io ad avere approfondito la voce inglese di Masamune! :D Se la cosa ti appassiona: vorrei anche approfondire la voce italiana sulle katana, mi aiuti? Ho pochissimo tempo.

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  3. Invidioso io? Senti, non essere suscettibile perchè così offenderesti solo la tua intelligenza. Non pensare che io sia uno sprovveduto perchè sicuramente sono nato prima di te. Dopo il mio intervento hai pensato bene di tagliare dal post principale tutto quello che avevi copiato da Wikipedia (e altro) senza citare la fonte, per inserire gli stessi concetti, adesso rielaborati, nella nota di approfondimento "READ MORE". Mi spiace, ma mi hai deluso. Dovevi ammettere il tuo errore in pubblico, può capitare a tutti di sbagliare, no? Ma non puoi dire di non avere usato wikipedia quando tu sai bene di averlo fatto prima e proprio per questo hai pensato bene di pulire bene ogni traccia. Nella vita occorre ogni tanto anche un pò di umiltà, no? Scusa, ma sono un tipo molto preciso. Saluti. Alfredo

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  4. @alfredo: anonimo amico che provieni dal blog della mia amica Manuela (si so chi sei, vedo gli ip, gli orari di connessione e tanti altri bei dati...), ti dirò che ho pensato un po' sull'opportunità di pubblicare il tuo farneticante commento. Ho deciso di si e di risponderti, ma chiudendo al contempo la questione, non trovando nemmeno gusto dialettico visto la dabbedaggine con cui giustifichi i tuoi insulti. Se fossi stato un tipo davvero preciso e non uno sprovveduto come ti sei dimostrato, avresti letto il post prima di commentare. Il read me non è una nota esplicativa è solo un modo per leggere l'intero post (deduco quindi che tu già prima non hai letto almeno il post per intero) e il post è formattato così fin dalla prima volta. Quanto alle sconnesse affermazioni circa la modifica del post, in seguito al tuo primo commento, bastava fare una ricerca su google per trovare una copia chace della pagina risalente al 7 agosto (noterai anche che i blog linkati non sono aggiornati, a testimonianza della genuinità della versione). La allego, la puoi scaricare cliccando su http://www.4shared.com/file/59306869/ee8aa2a/Lo_Zibaldone_di_Nicola_Masamune_Okazaki_Sengo_Muramasa_e_la_leggendaria_spada_Kusanagi.html. Noterai e con te chiunque voglia scaricarlo che i due post sono perfettamente identici. Ora segui il mio ragionamento: affermi che alla data di oggi il post è stato modificato cancellando frasi (secondo me è che semplicemente hai letto il post, ma ti do il beneficio del dubbio, puoi avere sbagliato in buona fede), ma il post è identico a quello del 7 agosto: dunque non è mai stato modificato! Allora visto che affermi che adesso non c'è nulla vuol dire che non c'era nulla neanche prima! Mi chiedo allora di cosa stiamo parlando :) Proprio così amico alfredo: hai toppato. Delle due l'una: o non hai letto o sei in malafede, in ogni caso, soprattutto se come affermi sei nato sicuramente prima di me, fai una figura a dir poco sciocca. Succede. Fattene una ragione. Mi chiedo perchè poi esporsi a così magre figure (dico basta controllare)... non posso credere che sia livore dovuto al fatto di avere trovato un appassionato di cultura giapponese 'al tuo livello' (ah, l'umiltà...), arriverei a pensare che ti ho tromb@to la ragazza, ma dal livello del commento deduco che di donne ne vedi quanto me: poche ;). Che dirti? Cerca di sopravvivere alla magra figura come io cercherò di sopravvivere al dolore per averti deluso (chissà poi perchè...) e a quello che ti arrecherò chiudendo qui la discussione. Amen

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  5. ciao
    mi è piaciuto molto questo approfondimento tuttavia vorrei chiederti se puoi pubblicare qualcosa di più sulle dodici spade: le Kiku-ichimonji.
    grazie ancora
    Davide

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  6. ciao,
    potresti dirmi su quali fonti ti sei documentato? Mi sto interessando anche io all'argomento
    Luca

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  7. @ Davide: Ok ci lavorerò!
    @ Luca: Ti consiglio "The Connoisseur's Book of Japanese Swords" una sorta di Bibbia e "Nipponto. L'anima del samurai".

    Nicola

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