Web 3.0, web 2.0, web 1.0: StartUp!
Sarà che la crisi economica spinge a inventarsi qualcosa, sarà che viviamo in un mondo all'insegna del precariato, ma da qualche tempo non faccio che sentire da alcuni miei amici (che non si conoscono tra loro per di più) che hanno intenzione di mettersi in proprio o aprire una società. Chi vuole aprire uno studio di fotografia, chi un locale, chi vorrebbe aprire una società di servizi, chi una di prove dinamiche sul calcestruzzo e chi una di consulenza per l'energia solare. Insomma di tutto un po'; la cosa curiosa è che questa idea aveva sfiorato anche me. Personalmente ero intenzionato ad aprire una startup web 2.0. Insomma una servizio come Flickr, Youtube o Facebook. Non vorrei tediarvi sul significato di web 2.0 (qui trovate un'ampia descrizione), in estrema sintesi possiamo indicare con web 1.0 il classico sito web statico, con web 2.0 tutti quei siti dinamici in cui l'apporto degli utenti è significativo (blog, social network, piattaforme di contenuti come Flickr e Youtube, ma anche forum e siti simili); con web 3.0 si indica qualcosa che ancora in fondo non c'è e che alcuni in dividuano nel web semantico. L'idea l'avevo da un po', lo stimolo ad approfondire la qwuestione mi è stato dato dal progetto di Telecom Italia Working Capital. Un progetto che mira a fare confluire in nuove startup italiane (la startup è una azienda in fase iniziale) dei capitali di ventura. L'iniziativa è seria e se avete buone idee vi invito a collegarvi al sito e ad iscrivervi, riceverete del materiale con delle linee guida per la presentazione di un business plan. Il vostro progetto verrà valutato e se meritevole finanziato. per quanto mi riguarda da un po' annoio coinquilini e parenti con l'idea di una startup; ciò che mi ha ancora bloccato è la progettazione di un solido modello di business, cioè un modo per fare soldi, possibilmente non dipendendo dalla pubblicità. Sembra facile, ma non lo è. Ritornerò sull'argomento.