Scene da un matrimonio
Come avevo preannunciato in un post precedente, sabato sono stato testimone di nozze di una coppia di miei carissimi amici.
Come mi aspettavo la festa è stata molto divertente. Arrivato nel paesino della sposa dopo un'ora e mezzo di macchina, capisco che sono atteso. Una macchina sconosciuta in un paesino dove sono tutti parenti, non può essere che di un "forestiero" e l'unico forestiero attesto ero io! A gesti tutti mi indicano la direzione della chiesa e sulla strada trovo sposo, fratello dello sposo e un parente della sposa. Quest'ultimo con la moglie hanno messo a disposizione gentilmente la propria casa (molto carina e arredata con ottimo gusto: sembrava uscita da AD!) per noi. Dopo aver parcheggiato, e aver conosciuto altri parenti ci incamminiamo verso la chiesa portando le ultime cose: il riso, i mazzetti di fiori da mettere nelle giacche. Propongo allo sposo, senza successo, di dire no durante lo scambio delle fedi, per vedere che succedeva, ma il mio amico: "non credo che hanno senso dell'umorismo qui; eppoi direi che sono gay e che tu sei il mio amante, finiresti incaprettato!".Rivedo il simpaticissimo 84enne padre del mio amico che mi saluta al grido di: "Paolo!", io: "Nicola, ma fa lo stesso!". Incontro l'altra testimone dello sposo: una cugina, molto carina (viva le cugine!). Ci mettiamo d'accordo su chi deve leggere cosa, ci sediamo ai nostri posti vicino all'altare e cominciamo a parlare, è la cugina preferita del mio amico e tanto mi aveva parlato di lei e delle sue pene d'amore che l'avevano portata ad un prematuro divorzio e all'ostracismo del resto della famiglia: l'averla scelta come testimone era un modo per testimoniare la sua solidarietà contro il resto della parentela. Entrano lo sposo (pallido come un cencio) con la madre e subito dopo la sposa con il fratello maggiore, preceduta da una nipotina che porta le fedi. Il padre della bimba (d'ora in poi l'uomo che ride) si trasforma in fotoreporter e pretende di immortalare la piccola ad ogni passo, intralciando e rallentando il tutto. Il prete, preoccupato perchè dopo deve celebrare un funerale, lo ammonisce e tra le risate generali (comprese le sue, che uomo che ride sarebbe, altrimenti?) è costretto a spostarsi.
La testimone cugina mi chiede sottovoce: "ma chi è questo?"
io: "sarà il parente esuberante, c'è ne sempre uno in ogni famiglia!"
lei:"ma che ha da ridere? ha pure la patta aperta..."
Comincia la cerimonia, e ci accorgiamo che abbiamo tutte le luci puntate addosso, ma nessun ventilatore. La sposa si gira verso di me e chiede aiuto. Da vero uomo, prendo in mano la situazione e sfruttando un attimo di pausa, individuo una presa, stacco un ventilatore posto alle nostre spalle e lo piazzo diretto verso gli sposi e noi. Le sorelle della sposa (ne ha 5 o 6), la mamma e il fratello mi guardano e annuiscono all'unisono: mi sono conquistato il loro rispetto! E pure quello del cameraman che mi mostra il pollice alzato! Tocca alle letture, ci avviciniamo al pulpito, la testimone cugina legge la prima lettura dimenticando il "parola di Dio" finale che prontamente suggeriamo; a me tocca il salmo responsoriale che leggo con enfasi e trasporto da telepredicatore, scuotendo la sala che mi risponde in coro; al fratello della sposa tocca la seconda lettura e la frase tra gli "alleluia". La sposa è visibilmente emozionata, per rassicurarla le diciamo che ha un bel vestito (era vero, del resto!), e le propongo di scappare con me durante la funzione, per vedere che sarebbe successo; finalmente sorride! L'omelia del prete rivela il suo essere una vera e propria sagoma, tra un: "non si sceglie un marito solo perchè è figo" e un "gli sposi io li conosco sono due ragazzi zenith!"... spero di ottenere una copia del filmato. Tocca alle offerte e tocca a noi testimoni portarle, la testimone cugina, con cui ormai ero entrato in confidenza, acchiappa velocemente il pane sogghigna e fa: "tu prendi il cesto" (5 chili o giù di li)... fortunatamente andava portato in due; acchiappo l'altra testimone e dividiamo il peso, lei invece la forma di pane, rivelatasi molto più pesante del previsto, la deve portare da sola! Ci avviciniamo alla comunione e realizzo che non mi sono confessato (beh... da anni non vedevo una messa tutta sana)
testimone cugina:"io non posso comunicarmi, sono divorziata"
io:"fregatene, se ti offre l'ostia accetta"
lei:"il mio parroco non mi fa la comunione... ma io sono credente"
io:"fregatene"
lei:"non sono confessata, ci vorrebbe un prete"
io:"per me due, ma davvero bravi negli esorcismi!"
Tempo di prendere la comunione che sento alitarmi sul collo: l'uomo che ride era tornato alla carica e chiamava sottovoce la sposa per farle il servizio fotografico, alla quinta volta
io (alla sposa, a voce moderatamente alta): "Per carità girati e fagli Luglio e Agosto così c'è ne usciamo". Inutile dire che dopo le risatine di scherno perfino della perpetua il nostro si è definitivamente seduto. Tocca quindi a noi testimoni che invitati a sederci, uno alla volta, firmiamo le carte, con foto di gruppo finale. Rendendo grazie a Dio termina la funzione e dopo i baci e abbracci di rito, il riso e le prime foto i nostri sposi si allontanano per il servizio fotografico. Io con le altre tre testimoni (la testimone cugina di lui, la testimone coinquilina di lei, la testimone amica del cuore di lei che già conoscevo) ci rechiamo al locale. Dopo un'attesta infinita il mal di piedi ormai è allo stato di allerta (i testimoni stanno più in piedi degli sposi che ogni tanto si inginocchiano almeno), mi propongo di praticare massaggi a tutte e tre, ma vengo rifiutato (stolte ;))... in seguito quando una delle tre mi chiederà, con voce suadente di prendergli un gelato e di potere poggiare le gambe stanche sulle mie, verrà dal sottoscritto trasportata a mo' di sacco di patate attraverso la sala e depositata sul buffet dei gelati: sono un po' str***o lo so, ma quando ci vuole ci vuole! Non mi dilungherò sulla cena: si è mangiato molto e benissimo e il vino era anche meglio; la zia Vincenzina ci allietava ogni 10 minuti con le sue poesie, brindisi e proverbi. La discussione era animata e divertente.
Un nipote della sposa (che aveva ricevuto il compito dalle nipoti di presentarmi a tutte le single della sala) mi annuncia:"vedi che ora si abballa, preparati"
io:"non so abballare!"
lui:"nemmeno loro! Ma mi raccomando non dire che te l'ho detto io; tu di a tutte che sono brave! Vogliono fare tutte le veline"
Non mi aspettavo che le danze cominciassero subito dopo gli antipasti, per proseguire a notte inoltrata inframmezzate dalle innumerevoli portate, lancio di bouquet, di giarrettiera, di giacca dello sposo, di cravatta dello sposo... e di sposo. Ritorno a casa ormai all'alba di domenica, stanco, ma contento.
E' da sabato che ci penso, ma sento che qualcosa è cambiato, anche se non saprei dire cosa. Ognuno di noi lega ad un particolare evento (più o meno significativo) un punto di svolta o di "non ritorno" nella propria vita; a me è successo sabato. La cosa curiosa e che non capisco il perchè. Conosco gli sposi da molto tempo; da anni ormai convivevano e lavoravano a Torino, lontani dalle rispettive famiglie, e non avevamo modo di frequentarci come volevamo. In pratica, ai miei occhi, sono una coppia affiatata e collaudata e come mi faceva notare una delle altre testimoni: "hanno proprio scelto di sposarsi". Non credo quindi che sia scattata in me ne una voglia di "accasarmi" ne considerazioni da "fine di un'epoca" (non mi reputo affetto da sindrome di Peter Pan). Eppure... eppure sento che la mia vita ha bisogno di uno scatto in avanti, un cambiamento: nulla di radicale o straordinario, ma credo di essermi stancato dello status quo. E' molto probabile che il tutto derivi da un particolare momento di stanchezza fisica e mentale, forse basterebbe staccare un po': un viaggio, un incontro, un po' di sano sesso ;); non lo so, fatto sta che comincio a stancarmi di vedere le stesse facce e gli stessi luoghi: indiscutibilmente devo cercare e trovare nuovi stimoli. Il blog, aperto in questi mesi, in questo senso, aiuta a mitigare questa situazione di insoddisfazione/noia. D'altra parte non sono il tipo che ama crogiolarsi nell'autocommiserazione; odio coloro i quali vivendo un periodo di insoddisfazione/depressione si isolano all'interno di una immaginaria e inespugnabile Torred'Avorio perchè:"il mondo non mi capisce", "gli amici non mi stimolano". Penso che sia vero il contrario: se si è insoddisfatti del proprio lavoro, del proprio quotidiano è perchè non si è stati abbastanza abili nel trovare o ricucirsi il proprio ruolo; tocca rimboccarsi le maniche, drizzare le antenne, essere curiosi su qualunque novità serpeggi nell'aria e avere il coraggio di provarci senza paura di sbagliare. Curioso... ora che ho fatto il punto della situazione, la giornata è cambiata in meglio :). Faber est suae quisque fortunae.
Questo tuo esilarante racconto mi ha portato indietro di un mese e mezzo fa quando anche io ho avuto l'onore d'essere testimone di nozze di mio fratello però :). Beh... anche io ho dovuto leggere il Salmo Responsoriale, ma non ho ottenuto lo stesso successo nelle risposte dell'assemblea :)!E non ho nemmeno abballato ;). E' vero si vivono degli eventi nelle vita che ti fanno capire che qualcosa sta cambiando e che devi ricominciare da capo, o che forse qualcosa è già cambiato e tu te ne stai accorgendo in ritardo. Hai scritto bene... ci vorrebbe una bella vacanza, staccare la spina, rilassarsi, riflettere e poi tornare a casa per rendersi conto che tutto è come prima e bearsene :). Un saluto!
RispondiEliminaLo "abballo" li è una cosa seria: alle tre si sono lanciati in una contradanza con tanto di "banniatore"; una specie di ballo di gruppo figurato che si esegue compiendo i movimenti che il "banniatore" ordina: molto divertente! Quanto a staccare la spina sono d'accordo, ma non so se tornando sarei così beato! :)
RispondiElimina"non so abballare"
RispondiEliminaMi hai fatto venire alla mente un ricordo assurdo.
Concerto di Madonna di Torino, che anno era? 86? 87?
Vedevo il filmato con un mio compagno delle elementari con cui cercavamo di ripetere i passi di Madonna sul palco (non avrei dovuto stupirmi, quando dopo anni ho scoperto che era gay).
Poco prima del concerto intervista di Gianni Mina' con Madonna e i suoi lontani parenti abbruzzesi, in particolare in cuginetto adolescente.
Madonna lo guarda e in un italoamericano non ben identificato dice "voi balare come?".
E il ragazzino risponde con un accento abbruzzese fortissimo "nunZo abbaaaallare".
Quanto al tuo stato d'animo. Sono abbastanza simile a te. Però io una passeggiatina nell'autocommiserazione, ahime', qualche volta me la faccio, salvo poi accorgermi quasi subito che serve davvero a poco.
"Ognuno è l'artefice di se stesso" è decisamente uno dei miei mantra.
Era il famoso concerto di "Siete caldi? ànchio!"? Se è quello lo ricordo: fu un evento, lo trasmisero in tv (credo in diretta)!
RispondiEliminaMary.Ann che dirti? A volte penso che viviamo (noi civiltà industrializzata) una situazione talmente privilegiata che abbiamo il tempo di rimuginare troppo su cose inutili. Una mia amica inglese parlava di "annoyance": in pratica stare male per "non-si-sa-bene-cosa" aspirando a "non-si-sa-bene-che"! Per quanto mi riguarda, come dicevo ad un'amica, ho capito che devo cercare qualcosa e, ti dirò, da qualche giorno affronto la quotidianità con una grinta e una curiosità che non mi ricordavo: fare il punto della situazione scrivendo questo post è stato catartico!
Spassosissimo ma ancora di più ho apprezzato la parte finale riflessiva. Concordo pienamente, mi sento anche io un po' così.
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