martedì 6 gennaio 2009

Sogno di una notte di inizio Gennaio


Poi dicono che le festività ti fanno riposare: io sto peggio di prima! Dovete sapere che io non faccio sogni comuni. Non fraintendete, niente di sciamanico o di premonitore, niente divinità celtiche che mi chiedono di ristabilire l’ordine nel mondo, ne nani che parlano al contrario rivelandomi chissà che cosa. Nulla di tutto questo. Tutti sappiamo che i sogni sono strani, ma i miei lo sono di più: io sogno veri e propri film, con tanto di titoli, colonna sonora e recensioni. Non facendo uso di droghe non fumando e non abusando di alcol ho sempre attribuito la mia vena onirico-cinematografica a cene troppo abbondanti. Quest’anno causa coincidenze astrali sono stato costretto a partecipare a lauti banchetti praticamente tutte le sere dal 24 in poi. Cosi l’altro ieri sera è venuto fuori un altro sogno-film. Non è il primo e devo essere onesto, non sono nemmeno malvagi. Una volta per esempio sognai la storia di una cane, mascotte di non so bene che reggimento americano, durante la Seconda Guerra Mondiale; il film, visto attraverso gli occhi dell’animale, raccontava del lungo viaggio del quadrupede dall’Africa ai Balcani per ricongiungersi con i soldati dai quali si era separato durante una battaglia. Un’altra volta sognai una sorta di Indiana Jones in cui l’oggetto del mistero era un fantomatico Tempio della Mela Cotta. Quello dell’altra sera, però li supera tutti a partire già dal titolo: “La maestra Giovanna e gli Anturiani”. Il film era a metà strada tra il porno e la fantascienza americana di serie B alla Ed Wood. Avete presente i film come Blob o Il ritorno dei Pomodori assassini o quelli del ciclo dei Conigli Mannari? Bene incrociatelo con “Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda”, aggiungete un pizzico di “Faster Pussycat, Kill! Kill!” mantecate con una spolverata di Soderbergh e avrete un'idea di quello di cui parlo! Ora non vorrei che pensiate che stia facendo passare un sogno sconcio per chissà quale onirica creazione, il lato porno si evinceva dal fatto che la protagonista, la maestra Giovanna, girava per lo spazio vestita soltanto di un graziosissimo cerchietto e doveva trasportare non so bene che linfa da un pianeta all’altro; linfa “estratta” da un mostro dai fallici tentacoli grazie a … beh avete capito, spero. Il film aveva i toni della commedia sexy all’italiana, splendida una delle battute del film che ancora ricordo:

maestra Giovanna: “Voi Anturiani venite da Anturium?”
Anturiano: “No da Vega!”
maestra Giovanna: “Ma come? non vi dovreste chiamare Vegani?”
Anturiano: “Che c’entra? Gli Italiani mica vengono dal pianeta Italiam!”

Il sogno si concludeva con la visione di una pagina di wikipedia dedicata al film con su scritto che “la maestra Giovanna e gli Anturiani” diventato film culto, era finito nel Guinness dei Primati per il numero di Razzie Awards vinti. La pagina delle citazioni riportava il memorabile scambio di battute finali:

Tipa non meglio identificata: “Adesso potrò tornare da mio marito”
Lungo e lento zoom sul primissimo piano della maestra Giovanna
maestra Giovanna: “Almeno tu, i tuoi mariti li riconosci!”

Mi sa che dal 7 inizierò un lungo digiuno purificatore...

3 commenti:

  1. Ma mandare il tuo curriculum a Vanzina no?

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  2. secondo me meglio 7 Anni in Tibet... :P

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  3. @Manuela: tu dici che dovrei provarci? I suoi avvocati mi hanno intimato di stare almeno a 500 metri di distanza e di non telefonare ne usare qualunque altro mezzo di comunicazione per contattarlo. I piccioni viaggiatori e i segnali di fumo sono da ritenersi "mezzo di comunicazione". Attendo notizie sulle scenneggiature lanciate tramite fionda: ti farò sapere.

    @Tony: uèèè ti sei "delurkato"! già fatto 7 anni in tibet ero la controfigura del pollice destro di brad pitt: un freddo bestiale!

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