mercoledì 29 ottobre 2008

Isteria collettiva


Diventa legge il decreto Gelmini, il famigerato decreto 137: università occupate, studenti che protestano, Di Pietro vuole un referendum; ma perchè? Mi leggo la legge e cerco di capire. Sarà per la nuova formula dell'educazione civica (cittadinanza e Costituzione)? Mi sa di no. Allora non vogliono la valutazione con voto in decimali? Beh no al Liceo si fa già, all'università no. Sarà che non vogliono il blocco delle adozioni dei libri di testo per ridurne i costi? E perchè? Sarebbe da fessi. Allora non vogliono il maestro unico per gli scolari delle elementari? Possibile? No sarà che non vogliono il rifinanziamento dell'edilizia scolastica? Non credoproprio. Ah ecco: non vogliono riconoscimenti di abilitazione ai docenti delle SSIS e dei corsi di laurea in scienze della formazione primaria! E perché no? Il voto in condotta, è quello il problema, forse. Un momento ma io ieri ho visto un servizio alle Iene in cui mi si spiegava che il problema erano i tagli; i ragazzi di chimica non potevano comprare i reagenti, giusto i tagli, ma dove sono i tagli? Vuoi vedere che la metà di quelli che protestano non sanno che protestano contro la 133/08 già varata quest'estate? No dai non ci credo, avrò letto male il decreto Gelmini...

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martedì 28 ottobre 2008

Facebook: quando la chiacchiera da cortile diventa web 2.0


Anche io sono tra coloro che nelle ultime settimane usa Facebook. Sono iscritto, per la verità da molto tempo (credo dall'anno scorso o forse prima) spinto dal mio ex coinquilino americano, iscritto da tempo immemore, che voleva farmi vedere delle foto del suo viaggio a Madrid. Negli Stati Uniti, mi spiegava, Facebook era popolarissimo tra gli studenti universitari. Dopo essermi iscritto e avere ottenuto la mia pagina con tanto di faccione, non sono più tornato, per un semplice motivo: non capivo a cosa servisse! Una volta mi sono preso la briga di fare una ricerca di tutti coloro che avessero il mio cognome e nulla più. Fino ai primi di Ottobre. Alcuni vecchi amici che non vedo mai, mi hanno contattato tramite il sito, e li ho collegati al mio profilo, poi ho collegato i profili delle persone che frequento abitualmente, la sera, parlandone, altri amici si sono incuriositi e iscritti via via con una crescita esponenziale che proprio in questi giorni ha toccato il massimo. Per quei quattro che non lo sapessero: che permette di fare in sostanza? Ci si iscrive e si ottiene una pagina online con la tua foto e i tuoi dati, puoi caricare e far vedere delle foto, degli scritti, dei video, puoi anche aggiungere e aggiornare una frase che rappresenta il tuo stato. Tutte queste informazioni posso essere condivise con altre persone da te scelte che si chiamano proprio "amici"; ora viene il bello, il sistema provvede ad aggiornarti in tempo reale di tutto quello che i tuoi amici stanno facendo, se vuoi puoi conversare con loro tramite una chat interna, puoi mandare delle mail o puoi commentare tutto quello che fanno o che pubblicano: puoi anche intervenire nelle discussioni tra due persone, basta un click e puoi vedere tutto il "Botta e Risposta" e, se vuoi, dire la tua. A questo si aggiungono le cosiddette applicazioni: programmi scritti da terze persone che estendono le potenzialità del sistema. Puoi trovare giochini scemi, rompicapi, tamagochi on line, questionari del tipo "Quale Principessa Disney saresti?" o "Quale personaggio dei Simpson", ma anche calendari automatici per essere aggiornati sui compleanni degli amici che hai collegato al tuo profilo. Fiera della frivolezza? Certamente, ma un occhio più attento fa anche capire le potenzialità nascoste e che un utente medio subisce senza rendersene conto: molte persone famose (musicisti, attori, scrittori, ma anche politici o vere e proprie società) hanno una propria pagina (non necessariamente creata fisicamente da loro) di cui puoi diventare "fan" e tramite la quale si viene aggiornati delle attività del personaggio; ci si può anche iscrivere a dei "gruppi tematici" con tanto di forum interno e che diventano veri e propri gruppi di appartenenza ideologici o di veicolazione di idee: è di oggi, per esempio, la notizia del gruppo "Uccidiamo Berlusconi"; si possono creare degli "eventi", cioè un vero è proprio annuncio di un'attività, festa, manifestazione che si terrà in un determinato luogo ad una determinata ora, distribuito contemporaneamente e a costo zero a migliaia di utenti: non devi nemmeno tenerne traccia sarà il sistema a ricordartelo! Insomma Facebook sta diventando un vero e proprio regno del marketing virale. Sorvolando sui vari problemi di tutela della privacy, se infatti non si settano bene le opzioni in merito, il tuo profilo e conseguentemente tutto ciò che fai, scrivi o ti dicono è visibile a chiunque, anche ai motori di ricerca, andando oltre i problemi ben espressi in questo post, rimane un dubbio: perchè diamine ritornarci ogni giorno? Io una risposta me la sono data, checchè ne dicano esperti e sociologi, la verità è una: Facebook piace perchè permette facilmente di farsi i cazzi altrui! Sapere chi è single e chi non lo è, chi ha lasciato chi e chi esce con chi e dove, vedere le ultime foto e spettegolare a più non posso! Dopo avere assistito a migliaia di reality e corteggiamenti in esterna, ora ognuno ha la possibilità di osservarne uno interpretato da se stessi e dai propri amici, con tanto di nomination e dibattito in studio!

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mercoledì 22 ottobre 2008

Carlo Scarpa: Villa Ottolenghi


Mi accingo ad eseguire l'ennesimo trasloco in un nuovo appartamento. Trasloco temporaneo, per consentire i lavori di ristrutturazione della bettola in cui attualmente alloggio. E' una sensazione strana percorrere una casa vuota: riesci a leggere non solo la vita di chi ti ha preceduto, ma anche come si svolgerà la tua. Adocchi un angolino particolarmente illuminato di fronte una finestra e pensi che li metterai una bella scrivania per leggere e guardare fuori. Osservi la distribuzione delle stanze, come si connettono, come è possibile renderle indipendenti o accorparle e ti rendi conto che tutto questo ha influenza su come condurrai la tua vita, anche se per poche settimane. Il legame che si crea tra una casa e chi la abita è profondo e indissolubile, per questo ho sempre pensato che il progetto di una abitazione, benché semplice in termini di strutture e dimensioni, è forse uno dei temi più complessi che l'architettura pone. Ricorda, per certi versi, il classico "tema sulle vacanze estive" che ci attendeva puntuale a scuola: compito che poteva benissimo essere lasciato alle elementari come alle superiori, ma che facendo leva sulla diversa maturità dell'alunno prevedeva approcci diversi per la sua composizione. Così è la casa: sia essa villa o appartamento, è solo la sensibilità del progettista che fa la differenza: delineando una corretta distribuzione; rispondendo in pieno alle esigenze e alle richieste del committente; anticipandolo nelle intenzioni, suggerendo nuovi modi di abitare; trasmettendo emozioni. Capii questa cosa, quando ebbi modo di studiare Villa Ortolenghi di Carlo Scarpa.
Scarpa è sicuramente una delle figure più particolari dell'architettura moderna italiana, sebbene abbia studiato architettura all'Accademia delle Belle Arti, non ottenne l'iscrizione all'Albo Professionale, mancanza che gli procurò diverse diatribe giudiziarie; solo molto più avanti ricevette la laurea honoris causa in Architettura, benché avesse già ricoperto la carica di rettore dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dal 1971 al 1974! Tra l'altro Scarpa è uno dei pochi maestri moderni che abbia lasciato traccia di sé a Palermo, avendo curato la trasformazione di palazzo Abatellis. Descrivere Villa Ottolenghi non è semplice, una prima occhiata alla sua planimetria lascia intendere già l'originalità di certe soluzioni. Ad esempio non esiste una facciata principale, ne è semplice determinare una forma o delle geometrie di fondo; il lavoro di Scarpa si basa molto sulla percezione visiva, su ciò che il visitatore deve e non deve vedere durante la permanenza in una sua architettura. Insomma quasi più un regista che un progettista. Forse quindi è più facile descriverla immaginando di visitarla.
Anzitutto collochiamola dal punto di vista cronologico e geografico; villa Ottolenghi costruita tra il 1974 e il 1979, essendo Scarpa morto nel 1978 e avendo l'abitudine di modificare continuamente in cantiere i propri lavori, rimandando molte scelte all'ultimo minuto ("come posso decidere la bontà di una forma, di una sagoma, di una connessione se non la vedo?"), occorre precisare che alcune soluzioni come il coronamento dei camini, gli infissi nella stanza dei ragazzi, la colorazione del camino e il suo completamento sul tetto sono postume e da attribuire ai suoi collaboratore Giuseppe Tommasi e Guido Pietropoli, i quali ovviamente hanno fatto tesoro degli schizzi e delle comunicazioni verbali del maestro; la Villa si trova a Bardolino vicino Verona ed è situata su un terrazzamento con vigna lungo il pendio che scende dalla riva del lago di Garda.


La casa è posta all'estremità dell'appezzamento per non intaccare il vigneto, incuneandosi nel terrapieno, risultando quindi in parte ipogea, per rispettare la volumetria prevista dalla normativa comunale. La casa si configura come il prolungamento del pendio, interrotto dal terrazzamento. Il fulcro concettuale di tutta l'opera sono le nove grandi colonne che perimetrano il soggiorno e sorreggono la copertura, emergendo sul tetto. Le parti del fabbricato sembrano scorrere e slittare leggermente attorno alle cerniere delle colonne, conferendo una minore rigidità agli allineamenti ortogonali. Dalla strada che segue il ciglio superiore del terrapieno, resta in vista soltanto il tetto, immaginato da Scarpa come un "breve spazio di terrapieno accidentale, su cui si potrà anche camminare". La fascia in corrispondenza dello sbancamento è ricoperto da una superficie erbosa; l'altra parte della copertura, rivestita in cotto deriva dalla giustapposizione di piani triangolari diversamente inclinati e in corrispondenza dei vertici affiorano le sommità delle colonne.


Una scaletta tortuosa scende nella spaccatura, da cui prendono luce gli ambienti sotterranei, e collega la strada con con un passaggio che circonda il settore interrato dell'edificio, quasi come una trincea. Il caminnamento angusto e le superfici curve che interrompono il muro di sostegno creano accelerazioni e deformazioni prospettiche che l'autore paragona alle prospettive sghembe di tante predelle protorinascimentali. Dal vestibolo si passa in un percorso interno che si affaccia sul soggiorno disimpegnando le camere ipogee, immerse nella penombra. Il "cuore della casa" è uno spazio fluido, scandito dalla successione delle colonne , dalla quinta scenografica dei contenitori, del camino del blocco bagno. Non ha limiti ben definiti: il soffitto si piega parallelamente alle inflessioni del tetto, il pavimento è organizzato in dislivelli che seguono il pendio, le bucature sono allineate in maniera tale da consentire visuali che penetrano negli ambienti più distanti o che attraversano la casa da una parte all'altra; le superfici riflettenti delle vetrate, degli specchi d'acqua (elemento compositivo tipico dell'architettura di scarpa), moltiplicano le visioni e forniscono immagini del lago intravisto tra gli alberi, infatti i setti murari e le griglie degli infissi incorniciano l'ambiente circostante non rivolgendosi però verso il lago, come tutte le residenze turistiche nei dintorni, ma verso la vigna e l'oliveto che diventano protagonisti. I singoli elementi non risultano isolati, pur mantenendo una potenziale autonomia formale, non perdono di vista il loro compito nel gioco d'assieme, basti pensare al pavimento che seppur interrotto da continui dislivelli e reso uniforme dalla continuità del materiale: graniglia di cemento lucidata, decorata con frammenti di cotto che disegnano una elegante ragnatela. Per l'intonaco esterno scarpa preferisce rinunciare all'impiego di tecniche e materiali costruttivi locali, ma esalta il genius loci del luogo utilizzando un intonaco granuloso al quale si avvinghiano i rampicanti.

La ricercata commistione tra natura e architettura è una costante nel lavoro di Scarpa, prova ne è la famosa frase attribuitagli: "Se vuoi essere felice per un'ora, ubriacati. Se vuoi essere felice per tre giorni, sposati. Se vuoi essere felice per una settimana, uccidi un maiale e dai un banchetto. Se vuoi essere felice per tutta la vita, fatti un giardino."
Se il lavoro di questo autore vi ha incuriosito, per maggiori informazioni potete consultare il bellissimo libro "Carlo Scarpa. Villa Ottolenghi" di Francesco Dal Co, il sottoscritto si riserva anche di fare notare che il libro sarebbe un regalo gradito!

Le foto sono tratte dalla fototeca del CISA Andrea Palladio, i diagrammi sono opera di Addison Godel e sono tratte da Flickr.

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lunedì 20 ottobre 2008

Ottobrate palermitane

autoillusione
io: "Accidenti abbiamo fatto le 3.15 di notte, non me ne ero accorto"
amica: "Beh lì basta prendere una birra e puoi stare seduto quanto vuoi; anche se il locale chiude, perchè lasciano i tavolini fuori"
io: "da ritornarci..."
amica: "Si, ma quando farà freddo..."
io: "... troveremo un locale analogo"
amica: "Ma non credo che esista"
io: "Esiste, esiste! Deve esistere"
amica: "Io non credo che..."
io: "Ho detto che lo troviamo!"

autostima
io: "[...]e lei disse?"
amica1: "parlando di me, mi definì quella perla di ragazza"
amica2: "perla o pirla?"

autoritratto
amica: "[...] durante la festa della ricerca un tipo è venuto al nostro stand è ha voluto spiegato lo scanner tridimensionale..."
io: "Quello che poi, collegato a quella specie di stampante permette di creare oggetti tridimensionali?"
amica: "Si! E mi fa: "certo che sarebbe utile per inserirci il cadavere di un parente per poterne creare un busto da tenere", ma ti rendi conto? Ma come si fa a pensare di infilarci un cadavere? "
io: "Perchè sta bello fermo e la scansione non gli viene mossa!"

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mercoledì 8 ottobre 2008

Deus non vult!


Lo so. Non ho azzeccato nemmeno un numero. Dio non ha voluto. Dio ha grandi progetti per me e per voi: ha incrementato il jackpot, arrivato adesso a quasi 77 milioni di euro! Ricordate: "longo è lo cammino, ma grande è la meta!". Ricordate di non giocare più di 6 numeri, insomma di giocare massimo 1-2 euro; giocare pochissimo e puntare alla grande vincita è l'unico modo per rendere più equo (in senso matematico) un gioco che equo non è (la speranza matematica è del 34%) e soprattutto non giocate sistemi: il concetto stesso di sistema nei giochi ad estrazione è sbagliato, diverso invece il caso per i concorsi a pronostico come il totocalcio...

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martedì 7 ottobre 2008

Deus vult!!!

Con i recenti accadimenti posso asserire che la sfiga che si è accumulata sopra la mia testa ha ormai raggiunto una massa critica; statisticamente parlando ho diritto ad una botta di cu... ehm di fortuna. Dio lo vuole. Stamani leggo sul giornale che il jackpot del superenalotto è giunto a 73 milioni di euro. Lo so, vi ho tediato con la statistica: 1 possibilità su oltre seicento milioni, ma, dico io, se deve essere colpo di cul... ehm di fortuna deve essere incisivo, considerando che qui di trom*@re non se ne parla,sembra che il lotto sia la mia via. Per cui stasera giocherò. Poco, sei numeri, ma li gioco. Dato che l'influsso maligno potrebbe essere ancora sopra la mia testa, beffa atroce potrebbe essere che miei amici che sto convincendo a giocare vincano e io no. Io ve lo dico, uscite e giocate 27, 76, 63, 23, 32, 2, o altri numeri, ma se vincete pretendo il 10%!

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Vivo dentro "Will & Grace"

improvvisamente la stanza da pranzo si riempie di puzza di plastica bruciata, chiamo i vigili del fuoco
coinquilino musicista: "stanno arrivando?"
io: "dicono che a 200 metri da qui ci sono delle auto in fiamme. Avevano già ricevuto la segnalazione e se ne stanno occupando"
coinquilino fashion: "Gèeeesu!"
coinquilino musicista: "auto in fiamme? a duecento metri"
coinquilino fashion: "Bedda màaaatri!"
coinquilino medico: "ma hai la macchina posteggiata qui vicino?"
coinquilino musicista: "si... qua sotto in piazza..."
coinquilino fashion: "Maaaaatri mìiia: controlla!"
coinquilino musicista: "Che dici?"
io: "Senti con la fortuna che abbiamo per ora, io mi porterei già un estintore!"

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giovedì 2 ottobre 2008

Sarà un lungo inverno

coinquilino fashion: "Giii, ma sto materasso è tutto impolverato... sono allergico agli acari, mi viene la tosse... eppoi ho il nervo sciatico è troppo morbido"
io: "E' un bene che hai il nervo sciatico, potresti tagliarti una gamba e non accorgertene se non lo avessi...sbattilo un po' e passaci qualche spray, noi abbiamo fatto così"
coinquilino fashion: "Mmmm, ma pensi che il padrone di casa me lo cambia?"
io: "Non credo proprio, al massimo lo compri e te lo porti quando cambi casa; giù c'è un negozio, ti ci accompagno"
coinquilino fashion: "Noooooo, mi vergogno"
io: "Di cosa?"
coinquilino fashion: "Di camminare in giro con un materasso, mi vergogno!"
io: "Che fa? Allora, scusa, la carta igienica non la compri?"
coinquilino fashion: "La nascondo bene nel sacchetto! Imparerari a conoscermi..."
io: "E' quello che temo..."

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mercoledì 1 ottobre 2008

Corso monografico

Abbiamo un nuovo coinquilino...
coinquilino musicista: "ma com'è il nuovo coinquilino?"
io: "ehm... molto... diciamo... raffinato..."
coinquilino musicista: "ah, ma da cosa lo deduci?"
io: "beh a parte il poster della Carrà, cominciamo col dire che si è presentato con le riviste della collezione completa di Gianni Versace catalogate per anno..."
coinquilino musicista: "ah... beh ma credo che sia iscritto al DAMS, sarà il corso monografico!"

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Shit happens... e due

vicina: "Vi hanno svaligiato? davvero?"
io: "Già, stai attenta"
vicina: "Io sono sola, se ho paura o sento rumori, vi busso e dormo da voi!"
io: "Non ti volevo traumatizzare, stai tranquilla. Verrebbero solo se non c'è nessuno a casa..."
vicina: "Lo spero, comunque vengo da voi; se sto con dei ragazzi magari hanno paura"
io: "Paura? Di noi? Ma ci hai visto bene in faccia?"

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Shit happens


Ho un amico che dice che devo essere "Zen"; secondo lui dovrei prendere le cose con filosofia. Non scervellarmi del perchè le cose succedono e del perchè succedono sempre a me. In effetti egli ha fatto dello "shit happens" la sua filosofia di vita. Probabilmente ha ragione, eppure secondo me i segnali dal cielo erano arrivati, dovevo solo capire che non erano semplici scagazzate di uccelli! Vi comunico che

  • dopo essere stato sfrattato
  • dopo avere traslocato in una bettola
  • dopo essere stato protagonista del più tragicomico incendio che storia ricordi
  • dopo che si è guastato il cellulare
  • dopo che mi hanno aumentato l'affitto
  • dopo che mi è piovuto dentro
  • dopo che mi è arrivato un coinquilino maschio come lo potrebbe essere Clarabella
  • dopo altre quattro o cinque cose personali di cui è meglio non scrivere...

Domenica mi hanno svaligiato casa: rubandomi pc portatile, hard disk esterno, penna usb, mouse e cavetti vari, custodia, calcolatrice grafica, calcolatrice scientifica, portachiavi in oro, dopobarba regalato e non usato (!) senza considerare quello preso ai miei coinquilini e i danni alle cose e agli oggetti. Considerando che

  • è stata l'unica volta in vita mia che ho lasciato il pc a casa una volta tanto che andavo dai miei, per una festa di compleanno che tra l'altro non si è festeggiata
  • che ho perso due anni di dati personali
  • che avevo i backup ma si trovavano nella custodia del pc

sono sereno. Lo giuro. Giuro anche però che al primo che mi dice o che commenta, come è successo: "devi scrivere un libro" o "ma tutte a te capitano?" o "dai non ci credo" lo impalo!

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