giovedì 31 luglio 2008

Il lotto, la legge dei grandi numeri e le uova alla coque

Vi ho più volte raccontato della pittoresca fauna che compone il mio giro di amicizie: conoscenti, amici, coinquilini, chi più chi meno ha un tratto distintivo che lo rende a suo modo unico. Su tutti spicca Antonio, mio ex coinquilino ormai dai giorni dell‘incendio. Antonio è la risposta a qualunque domanda vi venga in mente in merito alla società e alle sue dinamiche. Vi siete mai chiesti chi è che potrebbe comperare quelle raccolte di 200 cd pubblicizzate in tv con gli inni nazionali o con i discorsi di Mussolini? Antonio! Chi telefona ai giochi telefonici smaccatamente falsi delle tv private? Antonio! Chi segue trasmissioni come "Chi l‘ha visto?", "Mi manda Rai Tre" o "il Processo di Biscardi" e telefona in diretta? Antonio! Sentite su Studio Aperto di una truffa telematica o di una nuova moda (dall‘abbronzatura integrale per uomini alle crocs, passando per la cabala o la dieta solo yogurt)? Antonio ne è stato vittima o protagonista! Lo so che sembra esagerato, ma chi ha avuto modo di conoscerlo, dopo avere avuto raccontate altre sue vicende, credetemi impubblicabili, non ha dubbi nel condividere l’affermazione di sopra. Uno degli obiettivi di Antonio è diventare schifosamente ricco in modo rapido e senza sforzo, per poter vivere di rendita; sorvolando su altri sistemi più o meno folli uno che persegue tutt’ora è il gioco del Lotto. Sempre alla ricerca del metodo per vincere, un giorno acquistò per 20 euro il "profumo della fortuna" e lo spruzzò su una schedina: fece ambo, ma il liquido cancellò la schedina stessa e il negoziante si rifiutò di pagarlo (sì, è successo davvero!), così decise per l’approccio scientifico e mi chiese quale fosse il metodo statistico sicuro per vincere e cosa fossero i numeri ritardatari. Gli spiegai che nel Lotto non ci sono metodi statistici per predire le estrazioni successive. Le estrazioni del Lotto sono eventi indipendenti l’uno dall’altro, non esiste nessun meccanismo nell’urna che ricordi l’estrazioni precedenti: quindi la probabilità che esca un numero su una singola ruota è sempre 1/18 (cioè 5/90). Sempre, ad ogni estrazione. Esiste poi una pseudoteoria sui numeri ritardatari che si basa su una cattiva interpretazione della legge dei grandi numeri. Un esempio classico che si fa per spiegare la legge dei grandi numeri è che lanciando in aria una moneta ideale la probabilità che esca testa o croce è del 50%, lanciando la moneta poche volte magari non otteniamo un ugual numero di testa e di croce, ma la legge dei grandi numeri ci assicurerebbe che se lanciassimo 100 volte la stessa moneta otterremmo 50 croci e 50 testa, cioè al crescere del numero di lanci la proporzione si avvicinerebbe sempre di più al 50%. In realtà la legge in questione afferma una cosa diversa, la legge afferma che "la media campionaria è uno stimatore consistente della media di una popolazione"; cioè che grazie alla legge dei grandi numeri possiamo fidarci che la media di una grandezza che calcoliamo a partire da un numero sufficiente di campioni sia sufficientemente vicina alla media vera. Ritornando all’esempio della moneta la legge dei grandi numeri afferma semplicemente che, tante più prove usiamo per calcolare la stima (tanti più lanci effettuiamo), tanto più questa sarà vicina, probabilmente, alla probabilità reale dell'evento p (nel nostro caso 50%), quindi più lanci effettuiamo più probabilità c’è di ottenere un 50% di testa e di croce, ma non ci assicura che sarà esattamente così e soprattutto si parla di una stima, soggetta quindi ad un errore anch’esso calcolabile come metodi statistici. Gli pseudoesperti di numeri ritardatari affermano che puntando su un numero che non esce da molto tempo ci sono più probabilità che esca, poiché per la legge dei grandi numeri tutti dovrebbero uscire lo stesso numero di volte; in realtà essi confondono l’analisi a priori con quella a posteriori. Torniamo alla nostra moneta e supponiamo di effettuare 100 lanci di una moneta. Normalmente ci attendiamo circa 50 testa e circa 50 croce (analisi a priori). Ora supponiamo di fermarci al lancio 40. Se io non fornisco alcuna informazione su quanto è accaduto nei lanci precedenti, normalmente una persona si aspetta di ottenere 30 testa e 30 croce nei 60 lanci mancanti (analisi a priori). Se però ora io dico che in realtà nei 40 lanci precedenti ho avuto 40 testa, un "ritardista" dirà che allora, per riequilibrare le cose, qualche strana forza imporrà alla moneta di uscire con maggiore probabilità con croce. E questa è una analisi a posteriori, che tenta di aggiustare le cose in modo tale da far risultare corretta la prima analisi a priori (50 e 50). In realtà nella statistica non si effettuano mai calcoli ad esperimento in corso, ma solo ad esperimento concluso, perché la statistica non permette di prevedere cose che esulino dai dati che non si hanno a disposizione, ma solo di fare calcoli corretti. Ripetuto questo concetto una ventina di volte, Antonio si convinse che non esisteva un metodo sicuro per vincere, ma la legge dei grandi numeri aveva cambiato la sua vita. Definitivamente.
Antonio aveva comprato un fornello elettrico con cui si cucinava nella propria stanza, per tacitare i languori notturni
antonio: "Nicola, come si fanno le uova alla coque? [sorvolo, sintetizzando, sui dieci tragicomici minuti per capire che il termine che voleva usare era ‘coque‘! ndN]"
io: "Prendi un pentolino lo riempi d’acqua e metti dentro l’uovo; poi porta a ebollizione"
antonio: "Per quanto tempo?"
io: "Mah, non so, un minuto, un minuto e mezzo! Dipende da quanta acqua metti e dal fornello, prova hai una possibilità su due…"
Dopo un po’ passo dalla sua stanza e mi sento chiamare
antonio: "Nicola! Non funziona, vengono tutte sode!"
io: "Tutte? Quante ne hai fatte?"
antonio: "Dieci!"
io: "… … Ma quanto le facevi bollire?"
antonio: "1 minuto e trenta secondi: cronometrati; mi sono pure scottato per toglierli dal tegamino di acqua bollente a mani nude!"
io: "… … Ma tutte insieme le hai cucinate? [avrei voluto chiedere se stesse scherzando, ma conoscendolo e vedendo il cronometro e la mano semiustionata sapevo che stava dicendo il vero…ndN]"
antonio: "No una alla volta: la prima è venuta soda, allora ho cucinato la seconda, sempre con il cronomentro, ma è venuta soda, come la terza; sempre un minuto e mezzo!"
io: "Scusa ma perché non diminuivi il tempo? Se la prima veniva soda, pensavi che ripetendo la stessa cosa per dieci volte te ne usciva una alla coque?"
antonio: "Certo: hai detto che avevo una probabilità su due… legge dei grandi numeri, cinque sarebbero dovute venire alla coque, me lo hai spiegato tu!"

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mercoledì 23 luglio 2008

Effetto Domino


Dicono che sia arrivata l’estate e che sia arrivata da un mese: voi ve ne siete accorti? Io no! Penso di non avere mai avuto tanti impegni - contrattempi in vita mia. Il bello è che più ne risolvo e più se ne presentano, è una sorta di effetto domino. Il blog non ha mai avuto carattere di periodicità, non sono mai stato costante nella scrittura, però qui si sta esagerando e i miei “venticinque lettori” si lamentano! “Perché non scrivi?”, “quando aggiorni il blog”, “è da molto che non posti”: non che mi manchino gli argomenti, manca il tempo; ho quattro, cinque post su argomenti vari già iniziati e mezzi abbozzati, ma non trovo il tempo necessario per definirli. Curiosamente l’altra sera (beh parlo di settimane fa ormai …) ero seduto con degli amici blogghisti e parlavamo dei blog e di come si fosse arrivati a scriverne uno, tutti condividevamo il fatto che era iniziato in un momento di malochiffari e rappresentava per ognuno un modo per passare del tempo. Oggi invece devo trovare il tempo per scriverci su. Recentemente uno dei blog linkati è stato chiuso, la proprietaria mi ha fatto sapere via mail che sta passando un momento della sua vita così felice che non ha più bisogno di “sfogarsi sul blog”. Personalmente non credo che chiuderò mai questo spazio: scrivere è un passatempo che trovo catartico, non avendo un blog tematico ne troppo personale, praticamente posso scrivere ciò che mi pare. Avrete notato che non scrivo niente di particolarmente personale e dettagliato e se lo faccio, tra l’altro sempre in forma anonima, faccio passare del tempo o modifico alcune situazioni per rendere difficile riconoscere le persone coinvolte. Vedete tutti ridono sulla mia sciocchezza, ancora di più su quella degli altri, ma molto, molto meno sulla propria. Non mi piace urtare la suscettibilità altrui, ho già un modo di scherzare abbastanza “pesante”, ma di persona posso controllare meglio se la persona oggetto di scherno ride con me, attraverso la scrittura è impossibile. Per esempio, tempo fa un’amica, blogghista anch’ella, mi faceva notare che in un vecchio post avevo preso in giro una persona che anche lei conosceva e che a suo giudizio ero stato crudele: benché non avessi detto chissà che cosa, alcuni retroscena, a me sconosciuti, avevano fatto si che ai suoi occhi quel post fosse più cattivo che ironico. Con questa amica ci siamo conosciuti proprio grazie ai rispettivi blog, e non è la sola: tramite esso, infatti, ho avuto modo di conoscere molte persone, con alcune di loro ho stretto anche una amicizia abbastanza forte, con altre ci si limita a commentarsi con affetto. Gli amici di prima ( non ne ho molti, visto che i più intimi sono per lo più fuori Sicilia, parlo più che altro di colleghi, conoscenti e coinquilini ) lo hanno scoperto per caso digitando il mio nome su Google, altri ancora tramite un post su un argomento di loro interesse su cui io ho scritto. In alto e a destra spiccano la mia foto e il mio nome e quante persone conoscete che si interessano di computer chess? Ovvio che poi cominci il passaparola! Più scrivo, più lettori ho, più persone conosco, più aneddoti ci sono, meno liberamente posso scrivere: effetto domino. Ormai sono comuni le battute “mi aspetto che tu ci faccia un post”, “cosa da post, vero?”, “guai a te se ne fai un post” o le lamentele “non hai scritto niente su ieri”; le cose vanno anche al di là delle mie intenzioni, l‘altra sera osservavo con attenzione una bella ragazza sminigonnatissima, gli amici seduti con me, notando il mio sguardo assorto ironizzavano sul fatto che stessi elaborando un post sull‘argomento oggetto di discussione in quel momento: non era così, io stavo solo guardando una gran bel paio di gambe, non avevo nemmeno sentito di cosa stessero parlando! Per la verità ho sempre pensato che il blog servisse a me innanzitutto, come un taccuino su cui annotare pensieri, battute, cose buffe che osservo nel mio quotidiano per poi individuarne trame e connessioni, anche perché sono un tipo che si annoia facilmente e discutere sempre delle stesse cose mi uccide, quindi quando sto seduto con amici, se la conversazione langue o verte su argomenti che non mi interessano, mi metto ad osservare ciò che mi sta intorno; non l’ho mai considerato un diario, per cui non vi troverete mai cronache dettagliate di accadimenti personali, a meno che le stesse non siano spunto per argomentazioni di più ampio respiro. Men che meno se qualcosa dovesse accadere ad un amico: potreste trovare un post su un argomento che la vicenda mi ha ispirato, ma mai un commento sulla vicenda in sé; se ho qualcosa da dirgli ne parlo con l’amico, di persona non attraverso il blog. Mi viene da pensare di essere vittima del mio stesso blog, ciononostante non mi pento ne di avere iniziato ne di non averlo fatto in forma anonima. Pensandoci su credo che sia l’hobby che sto perseguendo da più tempo in vita mia. Non costa nulla e non richiede molto tempo. Essendo io, tra l’altro, saccente, presuntuoso, egocentrico e logorroico: avrei dovuto pensarci prima, è il passatempo che fa per me! Un’amica avrebbe aggiunto all’elenco anche “curtigghiaru” (: pettegolo), ma non è, penso, una virtù che mi appartiene. Conto di colmare la lacuna al più presto!

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venerdì 4 luglio 2008

Ah che bell' 'o café

1
Il dottore dice che dovrei ssscrivere quello che ppppenso, si e tutto quello che ricordo, che ricordo. E anche tutto quello che mi succederà d'ora in avanti. Tutto tutto. Non so il perchè, non me lo dicono, perchè non me lo dicono? Ma dice che è importante perchè così vedranno se miglioro. Spero di si.(*)

2
Mmmi chiamo N e sono un caffeinomane. Si caffeinomane. Nnnon ne avevo preso coscienza fino a quando un'amica mi disse che non era normale vedermi montare la maionese semplicemente tenendo il barattolo con le uova in mano. Ora capisco perchè non riesco ad aprire una lattina di fanta senza farne uscire la metà.

3
Bevo caffè da quando ero piccolo. Non sono maturato, praticamente la vita mi ha tostato. Nel corso della mia vita ho imparato ad apprezzare non solo il caffè in tutte le sue varianti, ma anche i cioccolatini al caffè, i biscotti al caffè, i liquori al caffè, i gelati al caffè, i ragù al caffè. Si si i ragù, che c'è di male se l'allungo con il caffè? fatevi i fatti vostri!

4
Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del ca##o, scegliete lavatrice, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha il caffè americano?... (*)

5
I miei genitori sono usciti dal tunnel. Prendono quello decaffeinato. Mia madre lo chiama caffè alle erbe: non so perchè, ma immagino di rientrare a casa e di vederli vestiti come John Lennon e Yoko Ono che mi dicono: "cioè figliolo, passa al decaffeinato, ti apre la mente. Peace and Love". Temo che il caffè lo coltivino in casa: ho visto delle strane piantine in bagno.

6
E' da un po' che non prendo caffè. E' stata dura, ma ora le cose sono più chiare, sono più calmo.

7
Dolori, dolori in tutto il corpo: rinchiudetemi in un pocket coffee!

8
Caffè: latte di mamma!

9
Ora non ho più la mente annebbiata. Ora so. E' tutto così semplice: ho squarciato i veli di Maya.

10
Ho deciso di smettere con il caffè. Scelgo la vita. Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del ca##o, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai. 10 minuti senza un caffè, vado al bar a festeggiare: un'espresso me lo merito!(*)

(*)
chi indovina le citazioni? :D

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giovedì 3 luglio 2008

Modestia a parte...

Diceva Napoleone che la modestia è l'arte di incoraggiare gli altri a scoprire quanto sei importante; ora che io abbia un'alta opinione di me, forse superiore al dovuto, è cosa che traspare dai post credo, che l'abbiano anche gli amici fa piacere...

io: "mi piacerebbe fare un corso di sommelier: capisco poco di vini"
amica: "no per carità: sei già scassaca##i così, figurati dopo il corso"

io: "[...] e quindi ho dovuto far finta di essere str**zo"
amico: "far finta? tu str**zo lo sei di tuo!"

amica: "prima di conoscerti pensavo che fossi uno str**zo"
io: "e ora?"
amica: "che sei un simpatico str**zo"

io: "comunque ti ricordavo più cinica"
amica: "pensavo di esserlo, poi ti ho conosciuto"

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